Cosa può significare per un essere umano fuggire dalla propria terra? Le
guerre e le persecuzioni che costringono a rifugiarsi e a chiedere asilo
altrove lasciano un’amarezza perenne nei cuori di chi dovrà farsi forza e
ricostruire la propria vita lontani dai propri affetti, dalla propria casa, dai
ricordi che non si cancelleranno mai.
Il 20 giugno si è celebrata la Giornata Mondiale del Rifugiato al fine di
diffondere un messaggio di fratellanza e solidarietà anche attraverso semplici
gesti commemorativi che possano aiutare a sensibilizzare l’intera umanità .
A Napoli, alla Rotonda Diaz, l’amministrazione comunale con il Sindaco
Luigi de Magistris (e con la presenza di Monica Buonanno, assessora alle politiche sociali e al lavoro) ha deposto una corona di fiori in mare per omaggiare la
memoria di coloro che hanno perso la vita nei viaggi migratori o che sono state
vittime dello sfruttamento del lavoro.
Un gesto toccante, sensibile, di vicinanza a chi è nostro simile.
Dopo l’omaggio, il Sindaco ha donato il mazzo di fiori a una bagnante
in un atto che sa di inclusione, come una catena che ci unisce: quei fiori non ci ricordano soltanto che un
migrante è un nostro fratello e una nostra sorella, ma che siamo come loro
perché quei fiori sono nostri, come il mondo intero.
Accogliamo i migranti come parte di noi e abbracciamoli ancora di più
perché si sentiranno meno soli e sperduti se dimostreremo amore.
FRANCESCA CARLUCCI
foto di Francesca Carlucci