Un tripudio di
colori e di umanità vivace e allegra nella meravigliosa Piazza Plebiscito, sabato 27 giugno, ha
dimostrato ancora una volta con il Napoli Pride come questa città sia da esempio
per la difesa dei diritti umani.
Quest’anno la parata e il corteo
non hanno avuto luogo a causa delle disposizioni sul coronavirus ma la
manifestazione, nata per mettere fine alla discriminazione sull’identità
sessuale e per porre l’accento sui diritti gay, lesbo, transessuali e bisessuali,
si è svolta tenendo conto del distanziamento sociale attraverso un semplice e
colorato flash mob alla presenza di numerose associazioni e con il Sindaco Luigi de Magistris, sempre sensibile alla lotta per i diritti, dell’assessora
alle pari opportunità Francesca Menna e la madrina del Pride, la cantante,
attrice e musicista tunisina M’Barka Ben Taleb.
L’evento, in cui si è chiesta una
legge contro l’omolesbotransfobia, è stato dedicato a Sarah Hijazi, morta
suicida il 14 giugno in Canada dove aveva chiesto asilo per il suo orientamento
sessuale, disprezzata perché lesbica e atea.
Nella sua ultima foto pubblicata
sui social, Sarah scriveva: “Il cielo è più bello della terra”. Una frase che,
nella sua delicatezza, ha espresso un pensiero triste e reale al tempo stesso.
Il cielo non vede distinzioni di
credo, cultura, sesso. Il cielo è uguale per tutte e tutti e lì nessuno ci
chiede chi amiamo, l’importante è amare, perché l’amore è un sentimento che
nasce dal cuore e soprattutto libero. È giusto che questo avvenga sulla terra e
che si accetti definitivamente che siamo tutti uguali.
Il flash mob, con lo slogan “Napoli
è mille cul(t)re”, è stato un modo per stare insieme, non esclusivo, ma
inclusivo e aperto alla solidarietà e alla fratellanza, dove il rispetto per la
persona ha abbracciato come un arcobaleno ogni essere
umano.
FRANCESCA CARLUCCI
(foto di Francesca Carlucci)