Il lavoro al Sud: Meridbulloni

C'è un fuoco che brucia fuori ai cancelli della MEB Meridbulloni, in questi giorni di festività, per gli operai della fabbrica di Castellammare di Stabia, ed è la legna da ardere che è stata consegnata, in segno di solidarietà, per riscaldarli durante la loro lotta ininterrotta affinché i macchinari non vengano portati via a causa della delocalizzazione tra Milano e Torino (gli operai sono in cassa integrazione dal 18 dicembre e possono rientrare nel ciclo produttivo solo se disposti a trasferirsi) programmata dai proprietari, il Gruppo Fontana. 

Quel fuoco rappresenta la speranza e la forza che non si deve spegnere e che ha immensamente tanto da dare, qui, al sud, nel meridione, con i suoi lavoratori. 

Gli 81 operai della fabbrica di bulloni, ai quali la notizia della chiusura è giunta già quando la decisione era stata presa, non sono soli visto il sostegno della loro città e, tra gli altri, delle delegazioni delle fabbriche della Campania, come la Whirlpool di Napoli, la BeTicino, la Fincantieri e delle stesse maestranze del Gruppo Fontana al nord che hanno scioperato manifestando la loro vicinanza, oltre alla preoccupazione per i piani aziendali che nessuno rivela.

Non bisogna in alcun modo spegnere quel fuoco ed essere ignorati perché non va dimenticato il Sud come risorsa fondamentale sulla quale continuare ad investire. Chi di dovere deve far sì che la Campania non sia privata dell’ennesimo sito produttivo e soprattutto non va tolta la dignità del lavoro a ciascuno per andare avanti. 

FRANCESCA CARLUCCI 
foto Facebook: Resistenza Meridbulloni