‘A salute è ‘a primma cosa,
diciamo spesso, sperando di stare sempre tutti bene.
Tuttavia, la certezza di poterci
affidare ad un sistema sanitario che non ci abbandoni nel momento del bisogno si
scontra con le difficoltà della realtà nella giungla di tagli di personale,
carenze di servizi, attese interminabili e chiusure di strutture necessarie al cittadino.
Un esempio è la situazione che
vivono gli abitanti di Torre Annunziata che, da diversi anni, dopo la chiusura
del loro ospedale in città , devono spostarsi negli ospedali limitrofi,
situazione peggiorata dopo che il coronavirus ha impedito l’accesso al pronto
soccorso, che non sarà riaperto fino al prossimo 31 gennaio, proprio al presidio
più vicino, quello di Boscotrecase adibito a Covid Hospital.
A tal fine, la cittadinanza si è
mobilitata lunedì 20 con un affollato flash mob davanti all’ex ospedale a
piazza Ernesto Cesaro, mentre giovedì 23 a Villa Parnaso è iniziata una raccolta
firme per chiedere il ripristino e la creazione del pronto soccorso (o primo
soccorso) e dei reparti di ginecologia e neonatologia, nell’attesa che si trovi
finalmente una soluzione con la Regione Campania.
Avere una sanità efficiente e di
prossimità , a cominciare dalla propria città e dalla propria regione di
appartenenza, è vitale per ciascuno di noi anzi, questa richiesta non andrebbe
proprio fatta perché ogni essere umano ha diritto ad essere tutelato.
È inconcepibile, quindi, dover combattere per ciò che ci spetta perché la salute è un diritto sociale fondamentale e va garantita senza se e senza ma.
FRANCESCA CARLUCCI
(foto di Francesca Carlucci: ex ospedale di Torre Annunziata)