Napoli, scuola di vita

 

La Napoli che ha nel cuore un popolo generoso che insegna, nelle piccole grandi cose, che c’è sempre un modo, persino nei momenti difficili, di andare avanti dimostrando che la speranza è la ricchezza di chi non si arrende di fronte a niente.   

Antonio Stornaiuolo, insegnante della scuola “Dalla parte dei bambini” a Napoli, è un esempio di questi giorni. Come ha raccontato lui stesso ai microfoni di LaPresse, dopo l’ordinanza regionale che ha chiuso le scuole, ha pensato alle voci dei bambini in lacrime per la scuola chiusa e al lavoro che aveva lasciato in classe giorni prima su Rodari e, con la paura che succedesse quello che è successo a marzo, ha subito pensato di voler fare qualcosa per loro, contattando i genitori degli alunni, ma senza informare i bambini, e organizzando che fosse la scuola ad andare da loro. Stornaiuolo ha preso i libri di Rodari che stavano leggendo in classe e ha cominciato a girare per i quartieri, le piazze, i giardini di corso Vittorio Emanuele, leggendo una filastrocca “Teledramma” e un racconto “La fuga di Pulcinella”, entrambe le storie basate sul senso della libertà, ai bambini che si sono affacciati, chi si poteva affacciare e, chi non poteva, è sceso nei cortili nel rispetto delle regole, quindi a gruppi di 4-5 persone distanziati e con mascherina. Dopo la lettura, ha detto ai bambini, così come accade in classe: “Ora tocca a voi, io ho letto, scrivetemi cos’è per voi la libertà”.

I lunghi, dolorosi, pesanti mesi scorsi del lockdown, che nessuno vuole rivivere, nonostante le notizie poco promettenti del presente, hanno chiuso in una gabbia la normalità di cui senza, non è vita. La scuola non è soltanto insegnamento, a scuola si inizia a crescere, di pari passo con la famiglia, perché si impara a vivere la socialità, a relazionarsi. Chiusi in casa, ai bambini è mancato questo, come ai ragazzi e agli adulti: la vita fuori da una gabbia, la vita di tutti i giorni, che ci rende vivi.

Non è finita, purtroppo, bisogna essere forti e rispettosi verso il prossimo, oltre che verso noi stessi, seguendo le regole e i limiti imposti, che ci stanno stretti, però possiamo imparare dalla pazienza dei bambini che hanno una vitalità maggiore della nostra perché nel pieno della crescita, nonostante un protocollo che viene rispettato nelle scuole, si sentono come sballottati da una parte all’altra, frenati nel loro primario istinto di scoprire, correre, giocare, stare in compagnia. 

E Napoli, ancora una volta, non si smentisce mai, perché è come se leggesse nel cuore dell’altro, andandogli incontro, con quella vicinanza che, seppur difficile adesso, trova sempre il modo per non lasciare solo nessuno continuando il cammino insieme.  

FRANCESCA CARLUCCI

foto : www.napolivillage.com