San Gregorio Armeno deve vivere!

Che cosa lasceremo al domani se distruggiamo le nostre tradizioni? Quale memoria continuerà a vivere immutata nel tempo?

San Gregorio Armeno è il cuore di Napoli, è la città racchiusa in un presepe dove il tempo non passa mai e si resta bambini per sempre perché ciò che mani amorevoli e sapienti hanno continuamente creato con la loro passione incanta come un bambino che si stupisce davanti a qualcosa di meraviglioso. 

Due bambini, i figli del futuro, quando la pandemia ci libererà da questo incubo che sembra non finire mai, si tengono per mano e felici passeggiano, stretti stretti, insieme agli adulti che affolleranno la strada dei pastori e poi d'un tratto, il nulla, immaginare che non ci sarà più tutto questo. Sarebbe terribile, oltre che nostalgico e allucinante, pensare che quella parte del corpo di Napoli dove batte il cuore sia finita per sempre.

Oggi come oggi, tra restrizioni e zone colorate, coloro che stanno pagando a caro prezzo per la crisi sociale ed economica hanno ragione ad invocare ascolto e aiuto, e non indifferenza. 

San Gregorio Armeno è una di queste realtà e non bisognerebbe guardare altrove, ma interessarsi a ciò che di grandioso ha apportato al turismo napoletano migliorandolo nel corso degli anni. Napoli è tutta memoria, storia, cultura, tradizioni, e la via dei pastori, il centro antico, rappresenta uno dei fari partenopei più attrattivi nel mondo. 

"Se il Covid distrugge le nostre tradizioni, l'Italia cambia faccia e perde appeal turistico. In tutto il mondo ci amano anche per le nostre tradizioni e per la nostra cultura, non si puo' disperdere il patrimonio e la ricchezza di noi pastorai, noi artigiani facciamo parte del patrimonio culturale. Se continuerà così, molte botteghe saranno costrette a chiudere definitivamente, lasciando spazio ad altri tipi di attività ben distanti dall'antica arte presepiale, ponendo così fine alla tradizionale unicità di San Gregorio Armeno".

Sono queste le dichiarazioni di Gabriele Casillo, presidente dell'associazione 'Le Botteghe di San Gregorio Armeno', in seguito a un colloquio con la Regione Campania, insieme agli artigiani della storica strada dei presepi, che ha aggiunto: "Abbiamo proposto un finanziamento in parte a fondo perduto e in parte a tasso agevolato con restituzione dal 2022 e chiesto che il centro antico di Napoli sia covid free come per le isole perché è un luogo riconosciuto dall'Unesco e meta turistica internazionale".

Stessa preoccupazione manifestata da Serena D'Alessandro, portavoce dell'associazione: "Per San Gregorio Armeno non fa differenza tra zona rossa o zona gialla. Noi lavoriamo con i turisti che non ci sono e non ci saranno ancora per molto tempo. Siamo allo stremo e sulle nostre ceneri si stanno avvicinando grossi gruppi del nord Italia interessati ad acquisire immobili e attività".

Tra gli altri, anche Marco Ferrigno, dell'omonima bottega, ha espresso timori al riguardo: "Quello dei presepi è un patrimonio da salvaguardare. Ci siamo rimboccati le maniche, ma da soli non ce la facciamo. Siamo fiduciosi sulla ripartenza del turismo, ma intanto ogni bottega ha perso almeno il 30-40% del fatturato, una cifra diversa che dipende anche da chi si è attrezzato per vendere online e chi no. Ci sono proposte di persone che vogliono comprare le nostre botteghe e trasformarle, sostituendo la via degli artigiani dei pastori con pizzerie e fast food. Il rischio è reale, ci sono colleghi che hanno bisogno e sono tentati dalle proposte che potrebbero avere".

Si può mai pensare a un futuro così diverso e agghiacciante per chi ama Napoli? 

Due bambini che si tengono per mano nel presepe di Napoli... che questa speranza di ritorno alla normalità diventi presto realtà. San Gregorio Armeno deve continuare a vivere!

FRANCESCA CARLUCCI 
foto dalla pagina Facebook: 
'Le Botteghe di San Gregorio Armeno'