È uno dei fenomeni più aberranti e ingiusti della nostra società: il caporalato, termine usato per indicare lo sfruttamento dei lavoratori, spesso migranti di origine straniera, esercitato dai cosiddetti “caporali", intermediari che reclutano e organizzano la mano d’opera per conto di imprenditori.
Non solo, il caporalato comporta paghe inferiori alle tariffe stabilite dai contratti collettivi, orari di lavoro dilatati, riposi ridotti al minimo e nessuna misura di sicurezza in settori quali l'agricoltura, l'allevamento, il facchinaggio, l'edilizia, ai quali, purtroppo, è notizia di questi giorni, si aggiunge il campo della cultura con la stamperia.
I carabinieri di Cittadella, in provincia di Padova, hanno arrestato nove persone di origine pakistana e messo agli arresti domiciliari due dirigenti di Grafica Veneta - azienda che si occupa della stampa di libri per varie case editrici italiane - in seguito a un’indagine sullo sfruttamento di lavoratori stranieri con la BM Services, agenzia di lavoro interinale che fornisce manodopera ad aziende del Nord Italia, tra cui Grafica Veneta.
Diversi lavoratori provenienti dal Pakistan venivano assunti per brevi periodi e costretti a lavorare da Grafica Veneta a turni di lavoro di 12 ore al giorno senza pause né ferie; in alcuni casi, se provavano a ribellarsi affidandosi a un sindacato, addirittura picchiati, legati, derubati di documenti e cellulari, per evitare che chiedessero aiuto, e abbandonati sul ciglio di alcune strade provinciali. Inoltre, parte dello stipendio versato ai dipendenti con le tredicesime veniva recuperata dai titolari della BM Services con prelievi effettuati agli sportelli bancomat usando le carte bancarie dei lavoratori.
Dal 2016 è stato introdotto il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro per punire con la reclusione fino a sei anni chi attua questa pratica.
Tuttavia, appare chiaro che ciò non basti visto che si continua in modo vergognoso a calpestare i diritti umani quando un lavoratore non viene ritenuto più tale ma schiavizzato e sfruttato senza alcun ritegno.
È, quindi, importante che la legge faccia il suo dovere nel garantire protezione alle lavoratrici e lavoratori italiani e stranieri cui vengono negati diritti fondamentali laddove l'essere umano dimentica di essere tale mancando di rispetto a un proprio simile. Questo soltanto perché è talmente preso dai propri interessi da sporcarsi l'anima per andare avanti dimenticando la parola "umanità".
FRANCESCA CARLUCCI