Rosita Terranova: per il bene e il rispetto delle persone tutte

(di Francesca Carlucci)

Già dal suo modo di porsi, Rosita Terranova si mostra per ciò che è, una donna autentica, vera, schietta, forte, concreta, di profonda sensibilità e altruismo verso il prossimo. Rosita è una cosentina combattiva, conosciuta da anni per le sue battaglie a tutela dei diritti delle persone che vivono una disabilità - a cominciare da suo figlio Antonio Maria - che ha deciso di candidarsi alle prossime elezioni regionali in Calabria nelle liste di Luigi de Magistris.


Cosa l'ha spinta, da cittadina in lotta per i diritti, a prendere questa decisione?

In molti mi chiedono cosa mi abbia spinto, da cittadina che lotta per garantire a tutti i diritti di cui godono, a prendere la decisione di scendere in campo come candidata alle prossime elezioni regionali in Calabria. Io dò sempre la medesima risposta: il mio alto senso del dovere e la mia ferma convinzione che ogni cittadino debba contribuire al benessere della polis anche in veste potenziale che la veda persona che ricopre un determinato ruolo istituzionale e/o politico. Ho sempre condotto battaglie in favore di tutti rimettendoci tempo, soldi, serenità, salute e le ho vinte. La cosa che mi ha dato più gioia è che questa vittoria si è sempre tradotta in serenità per gli altri, quindi nulla di autoreferenziale, nulla che abbia a che fare con la vanità o con l’ostentare alcune mie capacità. Parlo con gioia di vittoria quando parlo di molte mie battaglie condotte in favore di tutti perché è stata una vittoria in favore di tutti.


Come giudica il lavoro "umano" che l'uscente Sindaco di Napoli ha svolto in questi anni in termini di diritti uguali per tutti?

L’essere umano può scegliere tra il bene e il male e Luigi de Magistris ha sempre avuto una propensione al bene, quindi il suo lavoro lo reputo umano e lo ringrazio perché, svolgendolo come essere umano, fa capire che ogni altro essere umano può sempre scegliere tra agire bene o agire male e magari prendere esempio da chi, come lui, sceglie ogni giorno di agire per il bene.

Lei ha dichiarato di sentire figli suoi coloro che abitano la sua terra. Una frase che denota interesse e preoccupazione per il futuro e la dignità di vita di tutti i calabresi. Cosa propone per far sì che la società civile impari a rispettare le persone che vivono una disabilità e una fragilità evitando indifferenza?

Alla luce della miseria umana culturale ed intellettuale che ci circonda, io non posso che rispondere nel seguente modo: ci viene data prova quotidianeamente che la società civile non vuole imparare a rispettare le diverse normalità, quindi credo sia arrivato il momento di varare specifiche leggi con le quali si punisca ogni cittadino e anche ogni cittadino che ricopre degli incarichi e dei ruoli istituzionali e/o politici, i quali scientemente non rispettano le diverse normalità e le persone che ne vivono una determinata forma. Rispettare i diritti delle persone tutte, soprattutto di chi vive una condizione di svantaggio, non può dipendere dalla capacità di provare empatia, dall’essere sensibili, dall’essere altruisti. No! È una questione che attiene esclusivamente al senso del dovere che ogni cittadino deve avere, e nei confronti delle leggi esistenti, e nei confronti delle leggi morali, e nei confronti del valore dell’esistenza di ogni individuo. Dal momento che tutto questo viene a mancare - e purtroppo le cronache anche del 2021 sono piene di racconti inerenti la voluta mancanza di rispetto verso le persone che vivono una disabilità oppure una fragilità - ecco, bisogna intervenire in maniera diversa varando appunto delle leggi con le quali si possa punire o con le quali si possa sanzionare chi non rispetta le persone che vivono una disabilità oppure una forma di fragilità che le rende svantaggiate rispetto ad altre. Tutto questo anche perché purtroppo ci sono tantissimi cattivi esempi che riguardano la mancanza di rispetto di tali persone che provengono proprio dal mondo delle istituzioni e della politica.


Lei si è dimostrata molto critica nei riguardi della burocrazia e delle istituzioni esprimendo mancanza di garanzia della qualità di vita delle persone che sono affette da una condizione di disabilità. Come pensa di agire adesso, a livello politico, sposando il progetto di de Magistris, per evitare che la sanità, in questo caso calabrese, ma se vogliamo guardarla anche nel quadro nazionale, non viva di inefficienze per i diritti dei cittadini?

Per quanto riguarda la questione “sanità calabrese” che vive di inefficienze, io ho intenzione di agire anche a livello politico solo in una determinata maniera: favorendo l’attecchimento della cultura pro giustezza, pro giustizia, pro equità. Se la sanità calabrese si trova in determinate condizioni è perché uomini e donne con la propria cultura del malaffare hanno contribuito a tale condizione, quindi sono fermamente convinta che si debba agire anche a livello politico sulla mentalità dei cittadini che popolano la Calabria, ma anche di quei cittadini calabresi e non che lavorano al governo centrale. Ecco come voglio agire per evitare che la sanità calabrese continui ad essere emblema di schifo, di corruzione, di morte.

Lei è diventata un punto di riferimento per alcuni senatori ed europarlamentari che l'hanno coinvolta nella stesura di programmi e disegni di legge riguardanti le persone disabili. Quando guarda suo figlio, si immagina mai che possa essere fiero di una mamma come lei?

Quando guardo mio figlio non immagino mai che possa essere fiero di me perché immaginare che lui possa provare il sentimento della fierezza significherebbe immaginarlo come bambino, come persona che non ha più il gravissimo deficit cognitivo che invece ha. Quindi, per evitare di soffrire ulteriormente, non immagino mai che mio figlio possa provare un sentimento del genere che può provare solo chi non ha la sfera cognitiva così ampiamente colpita come ce l’ha mio figlio però penso a tanti altri Antonio Maria - che è il nome appunto di mio figlio - e quando penso a loro immagino come possono sentirsi nell’esser certi che una persona normalissima come me, unitamente ad altre persone, facciano sempre del loro meglio per tutelarle. Poi, se possono essere fieri di me o di altre persone o meno poco importa. L’importante è che stiano bene ed è quello che immagino quando mi proietto verso il futuro pensando anche a mio figlio.


"Io mi pongo come strumento affinché abbia successo e finalmente vinca la cultura della giustizia, della giustezza e dell'equità in tutti i campi". Ci spieghi cosa intende concretamente con questa sua affermazione.

Voglio dire che tutti devono avere la cultura e devono poter usufruire della cultura pregna di una provata opportunità, pregna di esattezza in cui ci sia la volontà sia di riconoscere che di rispettare il diritto di qualsiasi persona attraverso l’attribuzione di ciò che gli è dovuto sia secondo la legge, sia secondo la ragione. Voglio dire che ognuno di noi deve farsi portavoce e deve poter usufruire di una cultura in cui ci sia equità - e nello specifico equità sociale - perché è necessario non eliminare le differenze ma supportarle, rispettarle, valorizzarle e garantire a ogni differenza un trattamento equivalente grazie al quale ogni persona che vive o che è una differenza possa superare qualsiasi condizione che le porti ad essere, ahimè, delle persone che subiscono disparità sociali.

Cosa si augura per il futuro di suo figlio e se c'è una promessa che gli ha fatto e che desideri diventi realtà?

Mi auguro che mio figlio così com’è, come tutte le persone che vivono una qualsiasi condizione di disabilità o di fragilità, non vengano costrette ad una mera sopravvivenza e che abbiano finalmente la possibilità di vivere e che a vivere non siano soltanto i loro organi, ma anche la loro emotività. Mi auguro, anche per il futuro di mio figlio, che diventi atteggiamento normale non costringere alcuno ad elemosinare il diritto di essere se stesso secondo la propria normalità, secondo le proprie possibilità. Io non faccio mai promesse, mai. Mi limito a garantire, e a mio figlio così com’è e a tutti gli Antonio Maria della Calabria, ma anche d’Italia, una sola cosa: che la cultura del rispetto, della valorizzazione, del supporto e della protezione di ogni diversa normalità attecchirà ed avrà radici ben salde.

Il 13 agosto a Fagnano Castello (CS) durante un incontro/dibattito dal titolo "Insieme per dare supporto al CORAGGIO" in veste di candidata alla Regione Calabria con Luigi de Magistris, ha dichiarato, non senza emozione: "Io sono una persona che ha perso fiducia nell'essere umano tanto tempo fa, ma non gliel'ho voluta dare vinta". Le chiedo in che modo ha trovato il coraggio di andare avanti da sola e per gli altri.

Lavorando su me stessa, facendo introspezione psicologica, guardando in faccia la realtà, non negandola mai a me stessa e agli altri, stando sempre attenta a ogni caratteristica che connota l’essere umano e compiendo ogni giorno una scelta, quella cioè di mantenere intatta ogni mia virtù nonostante le avversità della vita. Ho scelto, scelgo e sceglierò sempre di essere coraggiosa ovvero di mantenere intatte le virtù che possiedo nonostante le diverse avversità che la vita mi dona ogni giorno e di pormi come strumento per fare bene il bene della collettività perché non voglio che la sofferenza che mi viene imposta di vivere mi renda arida, mi incattivisca, mi renda inutile. La mia esistenza su questa faccia della Terra così com’è deve avere un senso e io voglio che abbia un senso buono e rivolto al bene. Ecco perché ho sempre trovato il coraggio di andare avanti da sola e per gli altri perché conosco cosa comporta essere lasciata sola e non voglio che nessun altro provi questa sensazione, non voglio che nessun altro viva questa condizione. La condizione cioè, del voluto abbandono istituzionale e civile perché questo è un tipo di solitudine che uccide. Io sono affamata di vita e vorrei poter nutrire tutti con questo cibo meraviglioso che è la vita.