(di Francesca Carlucci)
Papa Francesco, negli ultimi tempi, sta dando voce a quanti, a cominciare da Lui, vogliono la pace, non solo in Ucraina, ma nel mondo.
Ed effettivamente vediamo che è stato ascoltato visto che Putin ha mollato la presa, compreso il nucleare, abbracciando il popolo ucraino come suo simile, gli Stati non inviano armi e sono state finalmente distrutte tutte quelle che c'erano per un disarmo sostituito dal dialogo e dalla diplomazia, i profughi delle guerre in corso non patiscono più e tutti sono ritornati alle loro vite.
Una bella favola che i cosiddetti Grandi della Terra non vogliono per i loro sporchi interessi sulla pelle di persone costrette a vivere con la paura, prive delle loro abitudini, le loro case, i loro giorni, senza nemmeno sapere dove andranno, in fuga dal male.
Vergogna, non ascoltare la voce del Papa! Persone che professano la loro fede e fanno la guerra e nessuno che dice basta! Credenti o meno, il Papa è una figura che merita rispetto e ascolto per quanto afferma.
Francesco non è stato l'unico pontefice a parlare chiaro e con il cuore in mano. Purtroppo, anche chi lo ha preceduto, non è stato ascoltato - per qualsiasi argomento, come la criminalità , di redenzione contro le mafie, ecc. - neanche fossero parole dette tanto per dire, senza una logica o un'azione concreta da parte degli interessati che si sono volti invece verso quei discorsi sbagliati e disumani di incitare alla guerra e alle cattiverie dell'umanità .
Si continua, quindi, a perseverare in direzione contraria come se il passato non ci avesse insegnato nulla e si tornasse comodamente - o meglio, scomodamente per tutti - indietro agli errori e orrori di ciò che non doveva accadere più.
Le parole pronunciate dal Papa ai rappresentanti politici, ai fedeli e non, in questi giorni, non sono frasi da custodire tanto per avere una morale di cui servirsene per farsi importanti al momento giusto, ma da attuare immediatamente perché, a differenza di potenti che si ritengono tali e non lo sono, l'unico ad avere veramente coraggio e forza da vendere - e si dimostra veramente Uomo - è Lui:
"Bisogna ripudiare la guerra in quanto luogo di morte, dove i padri e le madri seppelliscono i figli, dove gli uomini uccidono i loro fratelli senza averli nemmeno visti, dove i potenti decidono e i poveri muoiono. Di fronte al pericolo di autodistruggersi l’umanità comprenda che è giunto il momento di abolire la guerra, di cancellarla dalla storia dell’uomo prima che sia lei a cancellare l’uomo dalla storia".
Il Papa che ricorda le miserie, le povertà , le fragilità a cui si contribuisce monetariamente ben poco se non nulla e che grida alla "pazzia" per le spese militari preferite alle spese per quanti ne hanno davvero bisogno: "Mi vergogno per gli Stati che aumentano la spesa militare al 2%", quegli Stati che, come Lui, non dicono “Basta, ci si fermi, tacciano le armi, si tratti seriamente per la pace".
Il pontefice sta cercando in ogni modo - ci manca solo che vada da Putin e gliene canti quattro faccia a faccia - di far comprendere che questa guerra e le guerre non sono qualcosa di inevitabile ma di inaccettabile e che non deve diventare un'escalation pericolosa e distruttiva del mondo perché "essa non devasta solo il presente, ma anche l’avvenire di una società : distrugge il futuro. Dobbiamo convertire lo sdegno di oggi nell’impegno di domani perché se da questa vicenda usciremo come prima saremo in qualche modo tutti colpevoli".
È una preghiera, quella del Papa e di tutti i pacifisti, che non deve essere una voce persa chissà dove, ma esaudita per il bene e l'amore di ciascuno di noi.