Inclusione sociale e ricerca con la MotoTerapia

(di Maria Rosaria Ricci)

Dalla musicoterapia all'arte terapia e ippoterapia, il cerchio delle attività ludiche riabilitative, rivolte a persone affette da autismo, si allarga sempre più. Percorsi terapeutici che, pur riscuotendo notevoli risultati, faticano ad essere riconosciuti dal Ministero della Salute. 

A tal proposito, lo scorso settembre, la Regione Campania ha patrocinato un'importante evento, legato a una nuova metodologia educativa, giunto alla V edizione. 

Un'iniziativa nata dall'associazione no profit sociosanitaria La MotoTerapia con sede in Santa Maria a Vico (CE), la cui finalità è la promozione di attività d'inclusione sociale e di ricerca con risultati clinici.  

Conosciamo quindi Luca Nuzzo, terapista della Neuro e Psicomotricità dell’età Evolutiva e presidente dell'Associazione La MotoTerapia inserita in diversi contesti socio-sanitari, nonché ideatore dell'evento Lynphis Ride, approfondendo con lui la MotoTerapia. 

Come mai ha sentito l'esigenza di creare un'associazione di questo tipo? 

L'esigenza nasce dalla voglia di fare del bene concreto per bambini e ragazzi autistici, disturbo ancora oggi poco conosciuto e del quale si hanno, purtroppo, poche informazioni sociosanitarie. Mettendo insieme le mie due passioni, la moto ed il mio lavoro di Terapista della Neuro e Psicomotricità dell'Età Evolutiva, dopo aver effettuato uno studio di due anni su quello che già esisteva sotto il nome di mototerapia e quello che realmente si poteva ottenere con una vera e propria terapia, decisi di scrivere un testo intitolato "La mia MotoTerapia" per porre le basi di un vero e proprio studio scientifico su questa nuova metodologia riabilitativa rivolta a bambini e ragazzi con disturbo del neurosviluppo. Luminari della microchirurgia, come il Prof. Antonio Bernardo della Cornell University di New York e specialisti della Neuropsichiatria Infantile e della Psicoterapia, presenziando come relatori alla presentazione del testo il 28 Dicembre 2018, mi invogliarono a continuare su questa strada. Così decisi nel gennaio 2019, insieme ad un gruppo di amici, di fondare l'Associazione La MotoTerapia (oggi registrata al Ministero come studio medico), sia per portare avanti lo studio scientifico, sia per regalare salute a chi ne avrebbe usufruito. 

In cosa consiste una seduta di MotoTerapia e quali sono le finalità riconosciute in  essa? 

La seduta di MotoTerapia consiste in una seduta psicomotoria, utilizzando la moto oppure scooter/moto elettriche in luoghi chiusi, piuttosto che i soliti giochi del classico setting terapeutico. Le finalità consistono nel miglioramento delle condizioni riconosciute deficitarie nell'autismo con una conseguente inclusione sociale facilitata. 

Quali le fasce di età, gli obiettivi e le metodologie educative che una seduta di MotoTerapia si pone? 

Le fasce di età trattate vanno dai 5 ai 18 anni. Gli obiettivi sono sociosanitari e le metodologie riabilitative. Si certificano miglioramenti del campo attentivo, maggiore tolleranza ai rumori, miglioramento della cognizione dello spazio e del tempo, miglioramento della socializzazione. 

È il fondatore della V edizione del Lynphis Ride, svoltosi lo scorso 12 settembre, che ha radunato 500 bikers. Un importante evento patrocinato dalla Regione Campania che ha avuto molta rilevanza. Può raccontarci nello specifico cos'è? 

Il Lynphis Ride nasce nel 2017 con lo scopo di fare beneficenza concreta in ambito sanitario contando sulla nobiltà d'animo dei motociclisti. Dalla terza edizione in poi è diventato l'evento ufficiale in supporto all'Associazione La MotoTerapia. Quest'anno ha visto la partecipazione di motociclisti provenienti da 16 regioni riscuotendo interesse di molte testate giornalistiche di rilievo e di emittenti radio e TV (moto.it, Rai3, ecc.) articoli e servizi facilmente visionabili sul sito www.lamototerapia.it. L'evento ha inoltre il grande obiettivo di sensibilizzare la società su questo argomento. 

Cosa realmente aiuta il bambino e l'adulto a uscire dal ciò che tutt'oggi viene chiamato "muro dell'autismo"? 

Migliorando nei campi che ho menzionato in precedenza si acquisisce una maggiore tranquillità e predisposizione al mondo esterno donando di conseguenza una vita migliore, sia alla persona autistica, sia alle loro famiglie, anche se la disabilità è sempre aggravata dalla disinformazione sociale su tale problematica. 

C'è una frase del suo libro con la quale vorrebbe lasciare un messaggio? 

Intendo salutarvi con la frase che chiude il mio testo: "Se la moto fa rumore per una nobile causa, tutti udiranno solo una dolce melodia".