Mamma che fame! Disturbi dell'alimentazione nei bambini

(di Antonella Carta tratto da www.giovannicupidi.net)


Di disturbi dell’alimentazione si parla di frequente, come anche delle gravi conseguenze che possono generare. Anoressia e bulimia, solo per accennare alle più note, sono termini che fanno paura già a pronunciarli. 

Spesso sono gli adolescenti ad essere vittime e protagonisti, ma non solo

Fin troppo sottile il confine tra il giusto intervento da parte della famiglia e fare il passo più lungo della gamba col risultato di squilibrare ancora di più la situazione. 

È sempre opportuno in questi casi rivolgersi a un esperto, e in tempi brevi. 

Quello che non ci si aspetta è che anche bambini possano soffrire di seri disturbi alimentari. 

 IL CONSIGLIO 

Angela Maiello, psicologa, ci parla in proposito di una sua esperienza con una bimba addirittura di 6 anni. 

Soffriva della sindrome di Prader Willi – ricorda – Chi ne è colpito ha un forte bisogno di mangiare accompagnato da uno scarso senso di sazietà. La piccola in questione faceva delle fughe notturne in cucina, e i genitori se ne accorgevano l’indomani mattina perché trovavano il cibo aperto e mangiucchiato. 

Con l’aiuto della terapista, si è deciso di predisporre i piatti di cibo in modo tale da farle sembrare di stare mangiando tanto: il cibo veniva tagliato in modo molto sottile e predisposto in maniera da riempire l’intero piatto. 

Studiarono inoltre uno stratagemma per motivare la bambina a non andare la notte in cucina, introducendo con gradualità un sistema di ricompensa. 

All’inizio di ogni settimana – prosegue Angela - le venivano consegnate sette monetine da tenere acconto al letto in un cestino ben visibile. Ogni qualvolta la notte la bambina s’intrufolava in cucina, le si sottraeva una moneta. Se a fine settimana riusciva a conservarne almeno quattro, vinceva un’esperienza bellissima da vivere con tutta la famiglia, concordata a inizio settimana. Ha funzionato alla grande. 

Immaginiamo che non sarà stato immediato conseguire buoni risultati, e soprattutto renderli stabili, ma la pazienza e la determinazione a non mollare, come ci dimostra questa storia, danno quasi sempre buoni frutti.