Il cane d’assistenza come supporto per forme di disabilitĂ 

(di Antonella Carta)

Approfondiamo con l’addestratore certificato Giuseppe Fortunato della KanyKory Onlus la conoscenza del cane d’assistenza, supporto di grande importanza non soltanto nel caso di bimbi autistici, ma anche per altre forme di disabilitĂ . 

Avere costantemente accanto un cane addestrato a compensare i deficit della persona con disabilitĂ  aiuta quest’ultima ad acquisire molta piĂą autonomia e a dipendere sempre meno da qualche altro essere umano per la gestione della quotidianitĂ . 

Il costo è abbastanza sostenuto, ma le associazioni che addestrano i cani organizzano allo scopo raccolte di fondi o cercano di procurarsi degli sponsor

IL CONSIGLIO

Per questo è necessario parlarne di piĂą, anche per invogliare gli sponsor a investire in questo che può essere uno strumento formidabile per coadiuvare la persona con disabilitĂ  e la sua famiglia. 

Prendiamo in esame le diverse specializzazioni dei cani d’assistenza. 

Oltre a quelli per l’autismo e a quelli per non vedenti che sono i piĂą utilizzati al momento in Italia, esistono anche i cani per non udenti che riconoscono i segnali sonori, come lo squillo del telefono, il clacson di un’auto e simili, e lo comunicano con dei segnali condivisi alla persona disabile. 

In Italia non esiste ancora il cane di supporto psicologico per donne che hanno subìto violenza, ma il suo utilizzo in altri Paesi dimostra che riesce a dare loro sicurezza, infatti molte che prima si barricavano in casa per il trauma e la paura iniziano a uscire perchĂ© si sentono protette. 

In Italia invece si fa ricorso al cane d’assistenza, tra l’altro, per supporto emotivo, ad esempio in presenza di un problema cronico che può portare la persona all’isolamento sociale. In questi casi il cane funge da modulatore sociale anche perchĂ© spinge gli altri ad avvicinarsi. 

Fondamentali anche i cani usati per allerta medica, ad esempio nel caso di un bambino con diabete. Il cane viene addestrato a riconoscere l’odore della persona a cui è affidato, e a coglierne le variazioni venti minuti prima di quando può manifestarsi una crisi. Non a caso è definito cane salvavita, perchĂ© riesce a evitare il coma ai pazienti diabetici anche di notte. I genitori con un figlio diabetico sono costretti a svegliarsi ogni due ore per controllare l’insulina e fare l’iniezione al bambino. Il cane invece è addestrato a svegliarsi al posto dei genitori ogni due ore e li sveglia nel caso di crisi imminente. Tra l’altro, tra i 16 e i 17 anni d’etĂ  il fisico smette di segnalare alla persona diabetica il momento di crisi, quindi paradossalmente questo tipo di cane risulta piĂą utile per gli adulti che per i bambini. 

Il cane d’assistenza è anche a servizio delle persone con ridotta mobilitĂ  o su sedia a rotelle. In genere lo si dĂ  a chi ha perso, oltre all’uso delle gambe, anche quello degli addominali e delle braccia. Il cane in questi casi sa togliere e mettere il freno alla carrozzina, è addestrato a prendere oggetti dallo zaino posto sullo schienale della sedia a rotelle, a raccogliere da terra gli oggetti che dovessero cadere e a porglieli sulle gambe. Sa riconoscere circa venti oggetti a casa e portarli, accende e spegne le luci, apre e chiude la porta a comando, sa usare una tastiera speciale che serve ad allertare eventualmente i soccorsi e individua i tasti per chiamare i parenti e l’ambulanza. Cosa non meno importante, aiuta la persona con disabilitĂ  a vestirsi e svestirsi e mette i vestiti in una cesta e fa da ponte nel passaggio dalla sedia a rotelle al letto e viceversa, per cui la persona che spesso rimane da sola, specie di notte, in questo modo riacquista l’autonomia di potersi alzare per esempio per andare in bagno. 

Un universo meraviglioso il cui uso andrebbe incentivato per migliorare significativamente la qualitĂ  della vita delle persone con disabilitĂ  e delle loro famiglie. 


Fonte: www.giovannicupidi.net