La legalità tra i banchi di scuola

 


Avvocato Penalista Enzo Guarnera, Componente della Commissione Antimafia regione Sicilia (1991-2001), Presidente dell'Associazione Antimafia e Legalità

La scuola è un contesto fondamentale in cui interfacciarsi con le nuove generazioni al fine di affrontare le tematiche sulla legalità, ma prima dell'istituzione scolastica c'è la famiglia e non sempre nel nucleo familiare si promuove tale cultura, per via di alcune situazioni difficili come ad esempio la disoccupazione. Ho dubbi che la scuola sia sempre in grado di educare al rispetto o al contrasto dell'illegalità.

La sensibilizzazione degli studenti è utile al fine di osteggiare il disagio giovanile o le diverse forme di violenza? 

Si, è utile perché la scuola può offrire esempi di comportamenti diversi da quelli dell'adulto, in quanto quest'ultimo non sempre adotta dei modelli educativi adeguati.

Alla luce di alcuni fatti di cronaca, sembrerebbe che per gli adolescenti sia sempre più difficile accettare un mondo di regole. 

La società fornisce delle regole sul piano formale ma non le testimonia, quando in realtà è fondamentale dimostrare che le norme devono mettersi in pratica. Sarebbe necessario conoscere la psicologia degli adolescenti legata alle diverse fasi evolutive, dall'infanzia all'adolescenza, poiché nei vari passaggi hanno bisogno di aiuto nell'interiorizzare le norme. La scuola dovrebbe veicolare costantemente i valori del rispetto, della cooperazione e non della competizione, in quanto questa è destinata a trasformarsi in violenza. 

Esiste un legame tra il mondo dei social e il non rispetto delle regole?

I social sono uno strumento altamente diseducativo, ciò che appare nel mondo virtuale è ritenuta verità, come pure per la televisione. Ma la realtà è tutt'altra cosa.

Qual è la risposta degli studenti ai diversi incontri formativi che lei svolge nelle scuole? 

Una percentuale discreta di ragazzi sono attenti e vengono stimolati. La mia presenza è un episodio, serve continuità da parte dei docenti, altrimenti l'intervento dei professionisti rischia di diventare un'oasi.

Come immagina le generazioni future?

Io non immagino, spero. Spero che i giovani possano essere migliori di noi adulti e che riescano ad autodeterminarsi, che siano responsabili.  La speranza è concreta, in quanto i ragazzi comprendono gli insegnamenti. Il tutto dipende dalle scuole, c'è bisogno di continuità nel sensibilizzare i giovani alla legalità. Vorrei citare una mia esperienza. In un liceo artistico di Catania, dopo 2 ore di formazione, si avvicinò una ragazza dicendomi: "Avvocato sono molto contenta di questo incontro, ho visto un orizzonte che non conoscevo". Ed io continuerò fino all'ultimo giorno della mia vita a promuovere la legalità.