(di Francesca Carlucci)
Il 7 gennaio su Corriere.it è uscito un articolo di Roberto Saviano dal titolo "Usare le bellezze di Napoli per delegittimare il male è dare la città all'oppressore" a seguito di "Stanotte a Napoli", il programma di Alberto Angela trasmesso il 25 dicembre sulle meraviglie del capoluogo campano.
"Le bellezze di Napoli non sono sfavillanti, ma piene di crepe e cicatrici. Sembra davvero che alla realtà non vogliamo prestare attenzione, che preferiamo dimenticarla a qualunque costo. C’è chi può dimenticare la realtà perché in fondo non la frequenta mai davvero e chi invece vi è tanto immerso da non avere la possibilità di analizzarla. Il grottesco è che i primi sono convinti che tutti gli altri possano, come loro, autocompiacersi e autoassolversi grazie alle bellezze di Napoli. Napoli è come il Cristo nella Cappella Sansevero che, sebbene velato, palesa ogni vena, ogni spasmo, a riprova del fatto che non basta coprire per dimenticare, nascondere, cancellare" si legge.
A Saviano, che si preoccupa che non sia stata narrata una città allo sbando, problematica e criminale, da paragonarla al 'Cristo velato' che nasconde gli orrori sotto il velo, andrebbero poste due domande.
La prima è: cosa ti spinge spesso e volentieri a criticare Partenope senza appello?
Chi si trova a passeggiare ai Quartieri Spagnoli, a via Emanuele de Deo, non può fare a meno di notare il bel murale dell'artista argentino Francisco Bosoletti che troneggia per la sua imponenza. È la 'Pudicizia', ispirata all'omonima e splendida scultura di Antonio Corradini del 1752 che, con il 'Cristo velato' e il 'Disinganno', impreziosisce la Cappella Sansevero a Napoli.
Una scultura, come il 'Cristo velato', di una perfezione impressionante e struggente, con quel velo che modella e aderisce la figura della donna di una pudicizia naturale ed elegante.
Un'opera d'arte, il murale, 'nmiez 'e quartieri, a riprova che 'o core 'e Napule, tra sole e nuvole, batte ovunque, nonostante i veli - o la polvere/male che, si pensa, si voglia mettere sotto il tappeto per nascondere la realtà - che dimostra la saggezza di guardare oltre il male, oltre il velo, per un'avvenire diverso senza mai perdere la speranza.
Nessuno ignora i problemi di Napoli ma sono quelli di ogni città , figurarsi di una metropoli! Il fatto è che sembra ormai ovvio additarla in negativo come se fosse l'emblema del cattivo vivere.
Partendo dal presupposto che il male e il bene dimorano dappertutto e che persino Alberto Angela ha esordito nel programma affermando che Napoli è un "un organismo delicato di cui prendersi cura" - una frase che svela tutto "oltre i veli" - perché si dovrebbe criticare ancora una volta il racconto pulito di una città , anima di un ammirevole patrimonio culturale?
La cultura arricchisce, è storia, tradizioni, sapere, produttività , e vive anche a Napoli, oltre i veli, le crepe e le cicatrici.
Napoli è lo specchio del Sud che non si arrende, di tutto quello che andrebbe ascoltato e supportato per far andare avanti l'Italia con un unico respiro. Napoli, il Sud e le sue città , vanno viste sotto l'ottica di una quotidianità che ha sì ombre, ma anche luci.
Napoli ha valore tra i valori caratteristici della solidarietà , della fratellanza e dell'amore universale nonostante quei napoletani che non la amano e la disprezzano distruggendola ogni giorno con una cartaccia di disordine e malavita abbandonata al vento del tempo.
Ma quel che più stimola la mente è la seconda domanda: E se sotto il velo ci fosse invece la bellezza?