di-versi-tà

 

                                        di-versi-tà

 

 


Buongiorno a tutti sono Francesca e da un abbastanza tempo mi occupo di vari temi rientranti nell’ambito diritti umani e inclusione. Quello di cui voglio trattare adesso è la diversità. Prima di spiegare il motivo del titolo voglio trattare la mia esperienza del concetto di diversità, pima tratterò quella negativa e poi quella positiva. Entrambe le ho vissute nell’ambito motorio-sportivo. Nell’esperienza negativa ho vissuto la diversità, la mia personale come limite come un ostacolo per le persone e nel mio caso per l’ambito sportivo. Questo aver vissuto la diversità come limite e ostacolo è a causa dell’essere stata oggetto di esclusione ricevendo frasi molto forti. Questa esperienza mi ha segnato e mi porto ancora oggi le cicatrici. Però oggi sono qui a riportarla per aiutare chi non vede la luce in quel tunnel chiamato bullismo. Sono la prima a testimoniare ad aver fato tanta fatica a uscire alla luce ma ho avuto l’enorme fortuna di aver incontrato due persone molto speciali nel mio percorso che mi hanno convinto che non sono sbagliata ma sono semplicemente Francesca. Le due persone sono: Daniela Hyldon docente di scienze motorie e sportive e mindfulness educator, Veronica Melis attrice performer e regista. Con Daniela ho iniziato il percorso motorio alle superiori dall’anno scorso con Veronica continuo il percorso u po' diverso ma sempre sul movimento, respiro. Entrambe le reputo fondamentali perché per me sono state oggetto di rinascita da più punti di vista: la difficoltà come valore, crescita personale, ma anche il lavoro svolto a livello di fiducia, stima e affetto verso me tessa. Ad oggi credo che certi incontri no sino cauli perché io avevo bisogno i loro dovevo solo aspettare. Tutte le esperienze mi hanno portato a una mia interpretazione della parola diversità e in essa c’è la spiegazione del titolo: il termine diversità è molto ampio ed è difficile da l termine diversità è molto ampio ed è difficile da spiegare come definizione da dizionario infatti ho deciso di riportare la mia personale interpretazione suddividendo la parola: di-versi-tà. La mia interpretazione della parola parte dalla divisione della stessa che non è assolutamente casuale, ma c’è un motivo ben preciso. Nella suddivisione della parola voglio concentrarmi esclusivamente su una sola parte, quella di mezzo “versi”, che è fondamentale perché è quella che porta alla mia interpretazione del significato di diversità. La parte in mezzo della parola è “versi” e questa in italiano ha più significati però solo uno di questi si addice alla mia interpretazione ossia il verso definito in metrica come l’unità formale della poesia definita da un segmento ritmico di testo. La poesia come già detto è formata da versi ed ognuno di essi non è mai uguale né al precedente né a quello successivo però c’è una caratteristica fondamentale che li accomuna c’è armonia, rime, enjambement e tanti altri elementi metrici. Questi elementi tutti assieme compresi i versi formano la poesia e tutti i componenti che la costituiscono sono molto importanti, nessuno escluso, per raggiungere il risultato finale. La spiegazione fatta della parte in mezzo “versi” mi serve ora per dare la mia interpretazione di diversità. Tutto ciò che ho spiegato riguardo alla parola verso il riporto per tutte le persone, quindi ogni individuo è come un verso, ossia ha una caratteristica che lo rende unico, irripetibile e mai uguale a nessuno, però tutti hanno una cosa importante in comune fanno parte della società. Penso alla società come una grande poesia dove ogni individuo è un verso e come nella poesia tutti i versi sono accomunati dall’armonia e da altri elementi ritmici, mentre nelle persone ciò che è uguale sono i diritti umani tra questi il diritto di essere ciò chi si vuole, di amare chi si vuole.

Finisco riportando una riflessione per l’attualità. Oggi purtroppo la diversità fa paura nel lavoro, in una copia, nell’incontro, nella disabilità, in tuti i luoghi, anche re religione per il modo d vestirsi e per il color della pelle. La paura porta al giudizio che però non ha nessun elemento fondante porta inoltre all’esclusione per una certa caratteristica perché non la si conosce. Ecco la paura non deve esistere deve sere affronta e anche se si sbagli pazienza è umano sbagliare, sbagliando si impara.

 

 

Francesca Bassani 21 anni