Ridateci l'ospedale e il pronto soccorso!


(di e foto Francesca Carlucci)


Ci si aspetterebbe una maggiore partecipazione della cittadinanza quando si tratta di un diritto fondamentale per ciascuno di noi: la salute. 

Può succedere infatti a chiunque di aver bisogno di aiuto e in quel momento non si sa a quale ospedale rivolgersi. Motivo che dovrebbe spingerci non soltanto a lamentele sui social ma ad essere più partecipativi e attivi soprattutto da parte di coloro che (ad esempio associazioni e comitati) mostrano attenzione alla questione e poi sono assenti sul piano pratico. 




È stata questa infatti una delle richieste del corteo diretto in mattinata all'ospedale 'Sant'Anna e Madonna della Neve' di Boscotrecase per sollecitare le istituzioni alla riapertura dei ricoveri ordinari e del pronto soccorso: scendere in strada e lottare per ciò che ci appartiene. È un nostro diritto. 





Nonostante ciò, una numerosa parte della cittadinanza oplontina si è incamminata partendo da piazza Cesaro a Torre Annunziata, città che già non si rassegna alla chiusura avvenuta anni fa dell'ex ospedale cittadino con proteste rimaste inascoltate (come la richiesta di riaprire almeno il pronto soccorso e alcuni reparti) e che di recente vedrà anche il trasferimento del poliambulatorio ASL a Boscoreale, come se a Torre Annunziata non ci si ammalasse mai. 





Perché allora l'ospedale di Boscotrecase? Perché è il più vicino non solo a Torre Annunziata (una mezz'ora o poco più a piedi) ma dell'intera area vesuviana circostante ed è una struttura imponente con un'ala che non aspetta altro che di vedere aperte le sue stanze. 



Da inizio pandemia è stato adibito a Covid Hospital e da allora l'unica soluzione per i comuni vesuviani è l'ospedale di Castellammare di Stabia o chissà dove, quindi, visto che ora la pandemia è più sotto controllo,  grazie anche ai vaccini, si chiede che l'ospedale ritorni alla piena funzionalità. 


Come dichiarato durante la manifestazione dalle associazioni presenti, tra cui 'Catena Rosa APS' e 'Mamme Vulcaniche': "Spogliare l'area vesuviana dei servizi di sanità pubblica in favore di altri territori è un progetto che parte da lontano, nell'assoluto silenzio della classe politica locale, schiavi della politica regionale. Affermare che ci sono due ospedali vicini è una falsità in un territorio così densamente popolato. Siamo preoccupati per il modello di sanità proposto fino a oggi dalla Regione Campania. Chiediamo una ripartizione più equa delle prestazioni sanitarie tra pubblico e privato, in quanto c'è uno squilibrio a favore della sanità privata convenzionata che si sta risolvendo in disservizi e sofferenze ulteriori per i cittadini, soprattutto i più fragili". 


Chi ci governa, a cominciare da De Luca, si ricordi che è dura l'incertezza e la paura che non ci accada mai nulla viste le prospettive per cui: "Siamo stanchi di promesse vuote di contenuto, vogliamo i fatti!".