Aiutare una vita con le adozioni: "a distanza" e "in vicinanza"

(di Francesca Carlucci)

Di recente, il "Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità" del Ministero della Giustizia ha pubblicato un’analisi statistica relativa alle adozioni nazionali e internazionali: analizzando i dati raccolti dai tribunali per i minorenni si è evidenziata una crescita delle richieste dopo un calo degli ultimi anni. 

Tanti sono i bambini nel mondo che, a causa di situazioni di povertà, guerre, catastrofi naturali, hanno bisogno di aiuto perché non hanno più una famiglia, una casa, un avvenire sicuro. 

Uno dei modi per non lasciarli soli è l’adozione a distanza, nota anche come “sostegno a distanza”. Attraverso organizzazioni no profit – fra le altre, ActionAid, Save The Children, Unicef, Terres des Hommes, SOS Villaggi dei Bambini, Amref – è possibile migliorare le condizioni di vita di un bambino e non solo. 

Infatti, il contributo dei sostenitori per il singolo bambino è utilizzato per sostenere le sue spese scolastiche, di formazione professionale, l’assistenza sanitaria, la nutrizione e l’igiene, ma può estendersi alla comunità in cui vive. 

COSA COMPORTA?

Il sistema dell’adozione è non soltanto semplice e ideato per seguire la crescita di un bambino ma, a sua volta, cambia la vita di chi decide di supportare economicamente il progetto scelto, viste le sensazioni positive di coloro che vivono questa esperienza. 

Versando una piccola quota fissa mensile per un bambino – l’adozione comporta una donazione di massimo 30 euro al mese – si ha diritto ad avere e ricevere regolarmente informazioni. Si riceve una cartellina contenente la foto e i cenni biografici di un bambino e l’indirizzo per la corrispondenza. 

Ogni sei mesi circa, il sostenitore riceve dal bambino un messaggio o un disegno e ogni due anni una sua foto recente ed è possibile avere, oltre ad aggiornamenti sul progetto, notizie sui progressi scolastici del bambino, sul villaggio in cui vive, su ciò che lo appassiona e può scrivergli, inviare foto e cartoline illustrate e, con un preavviso di mesi, può andare a incontrarlo.   

Tuttavia, occorre tener presente che chi si affida a un’associazione dovrebbe sapere che al progetto devono essere destinati l’85% dei fondi raccolti e le spese di gestione, amministrazione, ecc. non dovrebbero superare il 15%. 

Inoltre, è importante tenersi al corrente di come e con quale frequenza vengono raccolti i messaggi che si ricevono dai bambini e se altri hanno avuto modo di verificare sul posto che tutto proceda regolarmente. 

È, quindi, un gesto generoso ed edificante quello di prendersi cura di un bambino a distanza raggiungendo, seppur non fisicamente, uno dei centinaia di luoghi lontani e spesso con realtà difficili dove le associazioni si preoccupano di far vivere i bambini in villaggi con case famiglia insieme a educatori professionali e, se nella zona non ci sono scuole o asili nido, li costruiscono per permettere loro di ricevere un’istruzione adeguata. 

In Italia invece i bambini possono essere aiutati ricevendo lo stesso tipo di sostegno dei bambini adottati a distanza in Africa, Asia o nell’Europa dell’Est, ma non si può ritenere adozione a distanza poiché le attuali leggi a tutela dei minori e della loro privacy lo impediscono e la permanenza in un’associazione durerebbe mesi o anni. 

Ecco perché esistono associazioni che adottano “in vicinanza”, mediante un contributo di non oltre 15 euro mensili, che consente di sostenere i bambini con asili nido e spazi gioco e di gestire i casi più delicati con l’affido e strutture specializzate dove i bambini possono trovare affetto, accoglienza e stabilità. 

L’adozione di vicinanza è quindi una forma di sostegno a distanza per aiutare i minori e le famiglie che vivono condizioni di disagio e di grave crisi economica, sociale e personale presenti nel nostro Paese.