Bimbi autistici, e non solo, con cane d’assistenza: stare insieme in positivo!

(di Antonella Carta)

Il cane d’assistenza è un valido supporto per bimbi autistici ma non solo.  

Chi ha un figlio autistico sa quante difficoltĂ  si incontrano nel gestire i momenti di crisi, la relazione con gli altri, nell’acquisizione delle autonomie. 

In genere le famiglie tentano ogni tipo di terapia riabilitativa per cercare di migliorare la qualitĂ  della vita del bambino e, di riflesso, anche quella degli altri componenti il nucleo familiare. 

In Italia si parla ancora poco della possibilitĂ  di far ricorso al cane d’assistenza, figura diversa rispetto al cane da Pet Therapy. 

Non tutti forse sono a conoscenza del fatto che esiste una normativa europea acquisita dall’Italia che regolamenta il valore terapeutico e sociale dei cani d’assistenza

Ce ne parla Giuseppe Fortunato, addestratore certificato dell’Associazione KanyKory Onlus

IL CONSIGLIO 

Scegliere di affiancare al proprio figlio un cane che diventi a tutti gli effetti parte integrante della sua quotidianitĂ , non è facile; comporta comunque una rivoluzione, ma gli aspetti positivi sono tali che nella quasi totalitĂ  dei casi ne vale la pena. 

Quando si pensa a cani di questo tipo, in genere vengono in mente quelli per non vedenti, ma questa norma si riferisce anche a quelli per bambini autistici, per persone su sedia a rotelle, non udenti o sordomuti, diabetici e anche ai cani utilizzati per il supporto emotivo nelle situazioni difficili, come ad esempio per le donne che hanno subìto violenza. 

La formazione di un cane è molto lunga e viene strutturata sulla base delle esigenze della famiglia a cui è destinato. Quest’ultima deve affrontare un percorso affinchĂ© venga istruita sulla gestione e sul mantenimento delle abilitĂ  acquisite dal cane durante l’addestramento. Esistono delle tecniche di gioco base per mantenere alte le capacitĂ  del cane, che rimane comunque di proprietĂ  dell’ente che lo ha formato e va in comodato d’uso alla famiglia. 

Viene seguito dagli addestratori per tutto il tempo della permanenza in famiglia, ad esempio intervengono se va modificato qualcosa e possono pure riprenderlo nella struttura per un periodo per formarlo a un nuovo compito per rispondere alle esigenze che via via possono emergere da parte del soggetto a cui si accompagna. 

Quando il cane invecchia gli si toglie il patentino (costituito da un certificato e dalla pettorina di segnalazione) e la famiglia può scegliere di adottarlo o restituirlo. 

Il patentino fa sì che la legge tuteli il cane come una protesi indispensabile, quindi un cane certificato ha accesso ovunque tranne che in sala operatoria. 

In aereo non paga il biglietto e alcune compagnie gli permettono di  viaggiare sdraiato ai piedi del disabile, anche perchĂ© sono addestrati a non disturbare e a rimanere in silenzio. 

Per i bambini autistici diventa un compagno di vita che non giudica ed è un grosso aiuto per la famiglia, infatti è in grado di estinguere le stereotipie, di bloccare il bambino se prova a scappare, di ritrovarlo se si perde; diventa la sua valvola di sfogo e riduce i comportamenti problema. 

Il cane è anche in grado di gestire il bambino nel sonno, adotta la posizione del rilassamento (schiena contro schiena) e questo crea un contatto che fa rilassare le fasce muscolari profonde, per cui è facile evitare il momento di stress durante il sonno. Capita infatti che il bambino autistico si svegli per un picco di adrenalina che dura 5/10 secondi e se il cane lo blocca e lo rassicura subito, impedendogli inoltre di alzarsi, è facile che si riaddormenti. 

Il consiglio è comunque quello di rivolgersi a strutture qualificate e certificate per addestrare questo tipi di cane.


Fonte: www.giovannicupidi.net