Perché "non li vogliono" se siamo uguali?

(di Francesca Carlucci)

Se li interpelli dicono che non è razzismo, che si scherza o si fraintendono le battute  però, nel frattempo, l'hanno detto. L'hanno detto che "non li vogliono". 

"Il 25 settembre, vota Lega per non vederla mai più". Alessio Di Giulio, capogruppo della Lega a Firenze, in questi giorni ha pubblicato un video in cui ha pronunciato queste parole avvicinandosi per strada a una donna rom, il che sui social ha attirato critiche e accuse di razzismo

Dopo le polemiche, Di Giulio si è giustificato parlando di "accattonaggio molesto", respingendo ogni accusa di razzismo: "Facebook ha censurato il video sorridente che ho postato ieri, dove mi auguravo di non vedere più l’accattonaggio a Firenze visto che la signora in questione ci ha seguito chiedendoci soldi in maniera insistente. Chi la vuole buttare sul razzismo vuol dire che non mi conosce, vado a lavorare visto che io pago le bollette e non me le paga il comune come al campo rom". 

È proprio in quelle ultime parole che si rivela il pensiero: "le bollette come al campo rom". L'ha detto, svelato ciò che realmente pensa: il bruciante confronto con il campo rom rispetto al fatto "discriminante" che le bollette se le paga lui. 

Ad una persona con questo parere intriso di derisione, odio e pregiudizio sociale andrebbero affidate le sorti del Paese? 

La campagna elettorale è la diffusione di intenti che abbiamo valore di affezione e preoccupazione verso la vita dell'altro. Non ci si riempie la bocca di come risolvere i problemi del lavoro, della sanità, della scuola, delle pensioni e così via se poi facciamo un distinguo su chi sia il destinatario della soluzione al problema ma, in primis, dell'altro come persona, senza differenze alcune perché è anticostituzionale e disumano. 

Nell'affermare "non vederla mai più", cosa intende il leghista? Sparire nel senso di andare altrove o morire? 

Le parole hanno un peso e la politica dovrebbe darne l'esempio in termini di solidarietà, fratellanza, accoglienza, non additando il proprio simile, qualunque siano le sue origini, come un peso di cui disfarsene. 

Non si nutre un Paese di odio ma di amore e non si incita a mancare di rispetto. E questo riguarda ogni persona, che sia rom, che sia un migrante, che abbia la pelle di un altro colore, che abbia un credo diverso dal nostro, che ami una persona dello stesso sesso, ecc. 

La Storia vale come insegnamento ma c'è chi la dimentica o la interpreta a modo suo, in quel persistere in atteggiamenti da condannare, in quel voler inseguire il male, neanche fosse un divertimento, e non il bene. Chi ha intenzione di guardare al prossimo e di guidarlo ci rifletta veramente tanto prima di nuocergli gravemente.