Fateci ripartire, lavorando

Si riparte, quando? Cominciamo e ricominciamo dal lavoro nel dare dignità e certezze a chi sta pagando a caro prezzo la lunga attesa verso la normalità. 

Si susseguono in tutta Italia i sit-in pacifici di chi vuole tornare presto a lavorare.

A Napoli, negli ultimi giorni, tra le varie proteste nel rispetto delle norme anti Covid, vanno ricordate quelle in piazza Plebiscito, davanti alla Prefettura, dei lavoratori del settore estetica e della cura della persona con l’associazione ‘Stamm Cca’ insieme a Confesercenti Campania, che soffrono la crisi causata dalle periodiche chiusure imposte dalla zona rossa. I ristori infatti non bastano a soddisfare i mancati introiti di un anno di chiusure a singhiozzi e sono preoccupati per il dilagare del lavoro domiciliare degli abusivi che non assicurano, entrando nelle case, le stesse regole di distanziamento e igienizzazione.

Sempre in piazza Plebiscito hanno manifestato i lavoratori dei luna park, dei circhi, del settore matrimoni e ricevimenti per chiedere la ripresa delle loro attività, ferme dal primo lockdown del 2020, non con ristori e risarcimento ritenuti insufficienti, ma in sicurezza secondo linee guida, comunque già applicate.

E ancora, la ‘protesta gentile’ di lunedì scorso tra Napoli e provincia quando, per ribadire la loro volontà a ripartire in sicurezza, i commercianti di abbigliamento, calzature e gioielleria sono rimasti, con le luci accese, aperti non al pubblico e soltanto per svolgere attività amministrativa e seguire la vendita online, in collaborazione con Confcommercio Campania, Federmoda Confcommercio Campana, Federpreziosi e Fipe, al grido di "O tutti o nessuno" visto che restano aperti anche i negozi che non vendono generi di prima necessità. 

A Napoli ha avuto luogo anche la protesta di un gruppo di lavoratori dello spettacolo che è entrato all'interno del Teatro Mercadante per denunciare la situazione di disagio degli operatori del settore a causa della pandemia e dei criteri escludenti nella ripartizione dei bonus, dal momento che molti lavoratori sono rimasti fermi da un anno e non sanno come badare economicamente a se stessi e alle proprie famiglie. 

Va sottolineato, in questo caso, che i luoghi della cultura in generale, come teatri, musei, cinema sono ancora letteralmente in ginocchio. 

Eppure, basterebbe saper organizzare il tutto per riprendere una buona volta. Dopo un anno, in fondo, abbiamo imparato a vivere distanziandoci e con la mascherina. Occorrerebbe la volontà del governo nel venire incontro alle esigenze di tutti.

FRANCESCA CARLUCCI
foto: open.online / passionecirco.net / napoli.repubblica.it / identitàinsorgenti.com