Liberi fino alla fine

(di e foto Francesca Carlucci)

È una questione delicata discutere su quanto il dolore umano possa arrivare ad essere tollerabile nel momento in cui le sofferenze diventano tali dal volersi sentire liberi di decidere su cosa vogliamo fare della nostra esistenza quando non la sentiamo più tale.

"La mia vita appartiene a me, liberi fino alla fine" è lo slogan della raccolta firme fino al 30 settembre, promossa dall'Associazione Luca Coscioni, per poter votare un referendum nel 2022 verso una piena e non discriminatoria legalizzazione dell'eutanasia.

Cosa è accaduto finora?

Come si legge nel comunicato dell'associazione:

Nel 2013 l'associazione ha depositato alla Camera dei Deputati una proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione dell'eutanasia che attende ancora di essere discussa, nonostante la richiesta di azione da parte della Corte costituzionale.

Grazie a Marco Cappato e Mina Welby nel 2017 è stato riconosciuto il valore del Testamento Biologico.

Oggi in Italia possono porre fine alle loro sofferenze solo i pazienti per cui risulti sufficiente l'interruzione delle terapie, come previsto dalla Legge 219/2017.

Inoltre, la Corte costituzionale ha chiarito che l'aiuto al suicidio (art. 580 del Codice penale) non è punibile nel caso in cui la persona che lo richiede sia tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale.

Tutte le altre persone con patologie irreversibili che procurano dolori intollerabili e i pazienti impossibilitati ad assumere autonomamente un farmaco (a causa di SLA, di una tetraplegia, ecc. ) nel nostro Paese non hanno la possibilità di scegliere e di chiedere aiuto medico attivo per la morte volontaria perché il nostro Codice penale vieta l’omicidio del consenziente (art. 579 c.p).

I tempi della giustizia e della politica arrivano ad essere quindi insostenibili per coloro che sono gravemente malati e non sono liberi di scegliere fino a che punto vivere la loro condizione non avendo diritto all’aiuto medico alla morte volontaria, al suicidio assistito o ad accedere all’eutanasia come è invece possibile in alcuni Paesi nel mondo.

Nello specifico, il quesito referendario si pone l’obiettivo di introdurre l’eutanasia legale tramite l'abrogazione parziale dell'art. 579 del Codice penale, che punisce l’omicidio del consenziente e lascia intatte le tutele per le persone vulnerabili, i minori di 18 anni, le persone che non sono in grado di intendere e volere, quelle il cui consenso è stato estorto e potrà introdurre nel nostro Paese il diritto all’aiuto medico alla morte volontaria.


Per informazioni:
www.referendum.eutanasialegale.it