Parabiago Rugby Sound e concerto stadio San Siro: spettatori con disabilità

(di Pamela De Rosa)

Qualche volta mi sono chiesta se, con le patologie di cui soffro, avrei mai più potuto assistere a un concerto come prima.

La risposta è “no” perché prima ero una persona che si gettava in tutti i modi sotto al palco con la speranza di farsi notare dall’artista di turno. Come se fosse possibile… utopistico!!!

Penso però che le cose che si fanno a vent’anni spesso non si ripetono passati i quaranta e forse, dico forse, non avrei fatto le stesse cose nemmeno da sana. Se ripenso al passato, penso a “stupidaggini” da ragazzine!

Nell’ultimo periodo però, ho partecipato a numerosi concerti, di cui già ho scritto e a un festival, il Rugby Sound che nasce dal Parabiago Rugby 1948, associazione sportiva di oltre 50 anni fa, forte di parecchi soci volontari che ne promuovono valori. Sono loro che hanno presieduto il Rugby Sound insieme alla security.

Il “Parabiago Rugby Sound”, che nasce come festa di fine anno della società a inizio anni ’80 è ora diventato un festival di punta nell’estate del nord Italia. Artisti di calibro nazionale e internazionale, si ritrovano all’isola del Castello di Legnano, che meglio si presta ad ospitare un pubblico così numeroso rispetto a quando il festival si teneva al Campo Venegoni/Marazzini di Parabiago.

Avrete sicuramente visto la mia video-intervista ai Punkreas sui canali social di Rainbow Diversamente Radio che si è tenuta proprio al Rugby Sound. Questa però è un’altra storia, che potrete vedere coi vostri occhi e sentire con le vostre orecchie collegandovi a Rainbow Diversamente Radio. 

Voglio parlarvi dell’organizzazione del Rugby Sound per quanto riguarda gli spettatori con disabilità: sebbene il posto non si presti particolarmente per via della disposizione logistica, gli organizzatori hanno posizionato un palco rialzato in un punto da cui si vedevano bene i gruppi.

Ai concerti dove si prevedeva un’affluenza più numerosa di persone con disabilità, Croce Rossa e Protezione Civile hanno presidiato l’area, soprattutto per controllare che ad entrare fossero gli aventi diritto.

Io mi sono trovata a vedere Subsonica e Bluvertigo giù dall’area rialzata in quanto non vi erano posti sufficienti ma i volontari mi hanno procurato immediatamente una sedia e mi hanno messa in sicurezza e, come me, altre persone hanno potuto godere di questo trattamento.

Poi si sa… al Rugby Sound il suono fa da padrone! Voto 8! 

E’ il momento di raccontarvi la mia prima esperienza come persona con disabilità a un concerto allo stadio San Siro di Milano. Premetto che per le partite di calcio il mio voto è insufficiente. Scoprirete la mia esperienza nelle prossime – prometto brevi – righe.

La persona con disabilità arriva allo stadio con un foglio per parcheggiare gratuitamente (per gli altri il costo è di euro 20,00) e il parcheggio si trova esattamente di fronte all’ingresso preposto per le persone con disabilità. 

Nel mio caso, la notizia dell’accredito per il concerto di Max Pezzali è arrivata la mattina del concerto in quanto c’era stata una rinuncia e dovevo quindi acquistare il mio biglietto.

L’accompagnatore ha diritto al biglietto gratuito, che comunque va ritirato alle casse, mostrando il documento comprovante la situazione di invalidità/disabilità.

Purtroppo, come spesso accade in Italia (di questa cosa ne ho parlato all’infinito nei miei precedenti interventi), agli occhi del comune mortale, il disabile è colui che è in carrozzina. Nulla di più sbagliato poiché, secondo l’OMS, il 93% delle disabilità è invisibile.

Vi racconto questo perché ci è capitato il classico soggetto aggressivo, sia verbalmente, sia fisicamente: un accompagnatore di persona con disabilità ha molestato verbalmente le persone in fila per l’accredito disabili e l’acquisto dei biglietti (la fila era mista: persone con disabilità e non, ma la fila non superava le 15 persone), spintonando e tentando di fare rissa con la mia accompagnatrice. Ovviamente ha offeso le persone con disabilità invisibile (ma anche quelli con disabilità visibile erano basiti da tale comportamento) che erano in fila per l’accredito dicendo che loro (noi) eravamo meno disabili degli altri. Si stava per chiamare la sicurezza ma le ragazze della biglietteria sono state gentili e preparate.

Magari un suggerimento da parte mia: separare la cassa per persone con disabilità così da evitare che “certi” elementi possano andare sopra le righe.

Una volta presi i biglietti, ci siamo recate al cancello di entrata, che come vi ho detto era vicino al parcheggio destinato alle persone con disabilità, dove uno steward attendeva me e la mia accompagnatrice e ci ha portato ai nostri posti. Lì, altri stewards erano a disposizione per qualsiasi necessità.

Il palco per le persone con disabilità era in un’ottima posizione e abbiamo potuto assistere al concerto di Max Pezzali da un posto privilegiato, senza sforzi fisici. Finito il concerto hanno fatto uscire prima noi e poi hanno fatto defluire le altre persone dallo stadio.

Non darò il massimo dei voti per piccolezze organizzative – come quella di non predisporre una cassa apposita per gli accrediti per le persone con disabilità (c’erano invece due casse per gli accrediti stampa) – che hanno scatenato le ire delle persone “molestate” dal personaggio di cui vi ho parlato sopra.

Sebbene lo Stadio di San Siro non si presti a livello di qualità del suono (diversamente dal Rugby Sound), il mio giudizio sull’organizzazione dell’evento in relazione alle persone con disabilità è 9,5.


Le disabilità invisibili

Rainbow Diversamente Radio