HOMELESS, VITA DISTRUTTA.

 HOMELESS, VITA DISTRUTTA



LETTERA  APERTA
(R. una donna che racconta il suo non vivere)

Il mio racconto deve servire a cambiare le situazioni di sofferenze e di ingiustizie

A causa di maltrattamenti e di truffe ho perso tutto

Sono una barbona diventata.

 

Finita in una struttura psichiatrica che odio che arrogantemente dicono di curarci, pagata dal  comune senza dignità alcuna.  Non voglio che il mio destino sia questo, non lo merito.

Non ho fatto mai male a nessuno. Tranne a me stessa fidandomi di certi miserabili che mi dicevano di amarmi, finti nobili legati ai miei averi.

Persi.

Non voglio più sentire parlare di umanità tutto falso buonismo, la mia esistenza e distrutta senza che nulla mia dia voce. Mai stata sposata senza figli e nessuno...sono stati degli uomini a ridurmi cosi...picchiata  e truffata...sono diventata barbona...e poi qui dentro non avendo nessuno che mi volesse a uso gratuito.

Mentre una parte di società si gode la vita. Vi odio...Sappiate voglio giustizia.

Ho 52 anni, Durante il giorno a volte vado in giro, mai stata sposata senza figli e nessuno...sono stati degli uomini a ridurmi cosi...picchiata  e truffata...sono diventata barbona...e poi qui rinchiusa dentro, non avendo nessuno che mi volesse a uso gratuito.

Non ricevo visite .io non ho nessuno e Sono della provincia di Salerno.

Dopo la morte dei miei genitori 2011 ho iniziato a vagare cercando serenità, Ha preso i soldi e mi ha cacciata fuori, voleva sposarmi e aprire una attività, io  l’ho creduto. Sono finita nelle strutture non avendo nessuno con i servizi sociali addosso

Missione fallita

Sono stata male molto mi sono rivolta al CIMH  locale.

Sono diventata una barbona senza fissa dimora...la mia sfortuna è stato la sfortuna di conoscere un uomo che mi ha portato via tutto, ingannandomi e dicendo di amarmi, follia pura...vivevo con lui mi ha sbattuto fuori dopo essersi preso i miei risparmi che servirono per una casa vera.  il mio sogno. L’ho denunciato dopo accaduto e così sono entrata in casa famiglia, una  prigione dove sosto da 4 anni, perché nessuna mi ha voluta.

La casa famiglia e pagata dal comune.

L' uomo che mi ha distrutto è ancora libero, mentre io soffro e sto male fisicamente. Vorrei una casa mia. Mi piacerebbe occuparmi di sociale vero, di  giornalismo, o vendite. Migliorare il tenore di vita nostro (nelle residenze del Comune) non è giusto che viviamo nelle strutture speculando.

Sulla sofferenza. Vorrei una vita.

La violenza sulle donne da parte di chi si sposa per bene è ancora illegittima. Io sono ancora viva, per testimoniare l’accaduto rimasto impunito, indifferente dalla comunità che dice di essere solidale,  ed il mio desiderio è vivere avendo una casa propria...senza finta nobiltà di chi si sposa come garante della fragilità. Grazie.

Vorrei vivere ancora.