La posizione di Stella del Mare sulla vicenda di Bollate


 

L' Associazione Centro Ascolto Stella del Mare di Catanzaro, in merito al recente fatto di cronaca del detenuto di Bollate Emanuele De Maria, già condannato per altro femminicidio in provincia di Napoli, che mentre scontava la pena era stato ammesso all'Istituto del lavoro all'esterno del carcere, è vicina al ferito e alla famiglia della vittima. 

L'Associazione che opera sul territorio regionale nel contrasto alle diverse forme di violenza ma anche nel campo della rieducazione del condannato, abbraccia i principi della legalità e crede nell' efficacia del sistema penitenziario, come affermato dalla Dott.ssa Stefania Mandaliti - Presidente del Centro e Criminologa Forense.  Il Vicepresidente Dottor Michele Varcasia, invita a non porre sotto il fuoco di una reazione dettata dalla rabbia e dallo sdegno, come molti chiedono in queste ore, la decisione di una revisione dell’istituto del lavoro all’esterno, e si stringe al dolore della famiglia della vittima augurando una pronta guarigione al dipendente dell’ hotel accoltellato.

Si pensi, infatti, nella discernente analisi dei numeri, che solo il 2% dei detenuti ammessi al lavoro esterno e’ recidivo, mentre raggiunge il 70 % per coloro che hanno scontato interamente in carcere il periodo il periodo di detenzione a seguito di condanna.

Il lavoro all'esterno del carcere è un beneficio previsto dall'articolo 21 della legge sull’ordinamento penitenziario (354/75) ed pienamente in linea, ricorrenti le prescrizioni di legge, con il principio costituzionale della rieducazione del detenuto. Sono circa 2000 i detenuti che ogni mattina lasciano il carcere per svolgere lavori diurno all'esterno, così come faceva il De Maria che da Bollate, istituto penitenziario considerato modello in Italia, si recava a lavorare all’ hotel Berna di Milano, dove era stato assunto a tempo indeterminato.