In primavera confidano fuori pandemia Covid.

In primavera confidiamo fuori da pandemia Covid. Conte: "Non c'è palla di vetro, 




                                     







numeri preoccupanti. Stiamo valutando se intervenire ancora" -


Stiamo valutando se intervenire ancora" -





"L'impennata dei contagi rischia di mettere in crisi anche la didattica in presenza a scuola, ci sono dei presidenti di regione che hanno preso misure più restrittive, ma non è quello il nostro obiettivo" spiega il premier. Azzolina: "Scuole aperte per aiutare le fasce più deboli" - 


31 ottobre 2020 

"Abbiamo adottato un quadro misure restrittive e a livello regionale ci sono dei governatori che stanno adottando misure ancora più restrittive" ma dopo gli aggiornamenti di ieri sul ritmo di crescita dei contagi da coronavirus "ci stiamo confrontando con gli esperti e valutando se intervenire ancora". Lo ha detto il premier Giuseppe Conte intervistato, on line, alla festa del Foglio quotidiano. E aggiunge: "In primavera inoltrata confidiamo di essere venuti a capo di questa situazione e speriamo che qualche mese prima usciremo dalla curva più preoccupante". "L'impennata dei contagi rischia di mettere in crisi anche la didattica in presenza a scuola, ci sono dei presidenti di regione che hanno preso misure più restrittive, ma non è quello il nostro obiettivo, noi vogliamo difendere, speriamo fino alla fine, la didattica in presenza" sottolinea Conte. "Ma siamo vigili sull'obiettivo primario che è la salvezza del Paese e la tutela della salute e la protezione del tessuto economico", sottolinea. Il premier - proprio per valutare la situazione Covid nelle scuole - sta partecipando ad una riunione con i capi delegazione al governo, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, il ministro Francesco Boccia, gli esperti del Cts.  Azzolina: "Scuole aperte per aiutare le fasce più deboli" Tenere le scuole aperte significa aiutare le fasce più deboli della popolazione. Significa contrastare l'aumento delle disuguaglianze, un effetto purtroppo già in corso, a causa della  pandemia. Significa tutelare gli studenti, ma anche tante donne, tante mamme, che rischiano di pagare un prezzo altissimo". Lo scrive su Facebook il ministro dell'Istruzione Lucia  Azzolina. "In mezzo a tante incognite, una certezza c'è: la chiusura delle scuole non produce gli stessi effetti per tutti. La forbice sociale si allarga, il conto lo pagano i più deboli.  Ci sono poi territori in cui la chiusura delle scuole è sinonimo di dispersione scolastica. E la dispersione scolastica - chiamiamo le cose con il loro nome - equivale all'abbandono  dei ragazzi. Ampliare il divario tra famiglie benestanti e famiglie svantaggiate è una responsabilità enorme. Dobbiamo esserne consapevoli. La scuola è futuro. Senza scuola il  Paese diventa più debole" conclude la ministra. Chiesto tavolo di confronto con Parlamento "Ho chiesto se c'è la possibilità di confrontarsi con il Parlamento perchè è un'esigenza del Governo stesso quando ci sono decisioni da assumere in tempi rapidi. Se avessimo un tavolo di confronto   certificato dal Parlamento, il Governo sarebbe ancora più sereno nel prendere decisioni  che coinvolgono tutti gli attori".  "Ci sono criticità in trasporto pubblico, mai nascoste" "Ci sono delle criticità, le abbiamo registrate, io non le ho negate. Abbiamo visto che soprattutto in alcune fasce orarie, in alcune grandi città ci sono delle criticità. Anche qui  abbiamo investito. Ammettiamo che c'è criticità: in alcune fasce orarie e in alcune città ci sono dei momenti in cui le distanze non si riescono proprio a rispettare" sottolinea Conte.  Poi prosegue: "Ma sapete cosa significa rispettare le distanze quelle di massima precauzione all'interno di un vagone di una metro o di un autobus? Significa triplicare,  quintuplicare, decuplicare il numero dei vagoni degli autobus. Sapete quali sono le cifre? Sono miliardi e miliardi che non possiamo neppure immaginare. Ovviamente  abbiamo lavorato per ricorrere al noleggio, investito 300 milioni". "Confidiamo di aver vaccino per dicembre" "Abbiamo avuto una video conferenza con i leader europei. Ci sono contratti sottoscritti che prevedono delle consegne, c'e' un'agenzia europea che ha già iniziato la rolling review. Noi confidiamo di averlo per dicembre ma solo alcune dosi quindi dovremo fare un piano per intervenire sulle fasce più fragili o esposte al rischio di contrarre il virus. Per avere tutte le dosi per contrastare la pandemia dovremo sicuramente aspettare primavera" spiega il premier.  Recovery fund. Useremo sussidi e anche i prestiti "I sussidi li prendiamo tutti. Noi abbiamo una impostazione diversa dalla Spagna perchè vogliamo avvalerci anche dei prestiti in quanto ci tornano utili per realizzare il progetto riformatore del paese. Abbiamo carenze di strutture, dobbiamo correre di più della media europea e la crisi deve tramutarsi in opportunità con un modello di sviluppo sostenibile. Non ci interessano solo gli indici economici, ma anche la qualità della vita dei cittadini".  Articolo 18 non è su tavolo "La riforma dell'articolo 18 non è sul tavolo non è all'ordine del giorno" ha spiegato il premier. "Ieri il governo ha deciso il blocco dei licenziamenti e ha messo sul piatto la cassa integrazione covid gratuita fino a fine marzo. Le misure di protezione sono necessarie, tanti economisti hanno additato l'Italia come un modello". Smart working in disegno pubblica amministrazione efficiente  "Quando andremo a fare un piano, potremo integrare lo smart working nel disegno di una pubblica amministrazione efficiente" prosegue Conte.  Anche pandemia può essere esperienza unica "Se crediamo nell'uomo, nel senso di umanità, si può essere ottimisti. Perché anche una pandemia può essere una esperienza unica e speriamo irripetibile. Speriamo che sia un'esperienza trasformativa e che alla fine di tutto potremo anche fare la lista degli errori, ma l'importante Ã¨ che cercheremo di cogliere da quest'esperienza uno stimolo per essere persone migliori" conclude Conte.  Crisanti: "Sulle chiusure già in ritardo" "Sulle chiusure si è già in ritardo almeno di due settimane. Quanto meno in alcune regioni sarebbe necessario chiudere prima". Così Andrea Crisanti,  docente di microbiologia all'Università di Padova. E aggiunge: "Ora stiamo inseguendo  l'epidemia, speriamo che non sia troppo tardi. Se mercoledì non vedremo dati differenti, sarà finita. Si andrà per forza a lockdown, magari in una forma meno severa di marzo. Ma  qualcosa sarà inevitabile fare".  Il Presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, ieri ha ricordato: "Censiamo un Rt nazionale ancora in crescita, sempre riferito alla scorsa settimana, ribadiamo che  gli effetti del recente Dpcm non li possiamo ancora vedere. L’Rt si aggira intorno a 1,7. Tutte le regioni sono sopra all’1 e alcune lo sono di molto. Siamo nello scenario 3 ma verso  il 4. Alcune regioni hanno già raggiunto lo scenario 4".  Galli: "Limitare gli incontri nel weekend" "La situazione è sempre più preoccupante. In questo fine settimana state il più possibile a casa e limitate gli incontri anche con familiari ed amici allo stretto indispensabile. I nostri  morti ricordiamoli nel cuore e nella mente e non affollando i cimiteri". E' l'appello di Massimo Galli,  primario all'ospedale Sacco di Milano e docente all'università degli Studi  del capoluogo lombardo, su Twitter. Milano, verso 20mila casi questa settimana "Questa settimana avevamo previsto e stiamo andando verso quota 20mila casi circa". A riferire il dato è stato il direttore generale dell'Ats Milano Città metropolitana, Walter   Bergamaschi. L'andamento mostra "una fiammata nella prima settimana del mese di ottobre e poi un raddoppio la settimana successiva. Ora i contagi continuano a crescere in  modo preoccupante", dice il Dg. Tanto che la previsione per la prossima settimana è di arrivare a quota 30mila. "Nei 7 giorni dal 4 al 10 ottobre i casi sono stati 2mila, sono poi triplicati la settimana successiva dall'11 al 17 raggiungendo quota 6mila, poi sono quasi raddoppiati nella settimana dal 18 al 24, raggiungendo quota 11.915 e questa settimana si va verso i 20mila contagi registrati". Questo l'andamento: da 2mila a 20mila, i contagi sono 10 volte quelli di inizio mese. Il 10% delle persone che vengono ricoverate in ospedale per Covid-19 (pari a loro volta al 5% circa dei positivi) finiscono in terapia intensiva. Quindi su 200 casi, 10 vengono ricoverati e un va in terapia intensiva. Nell'ultima settimana i tamponi processati in Ats Milano sono arrivati a circa 85mila, e - ha precisato durante l'audizione il Dg - siamo "abbastanza vicini al limite". L'indice di contagio Rt per Milano oggi è a 1,85. Nel capoluogo lombardo si parte "la prossima settimana con i test antigenici rapidi, che saranno destinati principalmente alla scuola e all'ambito sociosanitario" dice ancora  Bergamaschi. Si pensa infatti di realizzare due o tre grandi drive-through per le scuole dove si potranno fare i test rapidi e uno di questi sarà vicino al Parco di Trenno. La  collocazione degli altri è in via di definizione. - 

De Luca: "Uniche misure efficaci chiusure nazionali" "L'ultima stupidaggine che ho sentito riguarda la chiusura di territori interi. Si è parlato di Milano e Napoli… Nessuno si permetta di immaginare misure mezze mezze. Per il livello  di gravità a cui è arrivato il contagio, le uniche misure serie ed efficaci sono di carattere nazionale, il resto è tempo perso". Lo ha detto il presidente della Regione Campania  Vincenzo De Luca in una diretta Facebook. "Ci sono Regioni piuù piccole - ha aggiunto - che hanno percentuali di contagio enormemente più alte di Napoli. Nessuno dica  stupidaggini, le uniche misure efficaci - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/coronavirus-conte-non-palla-di-vetro-numeri-preoccupanti-stiamo-valutando-se-intervenire-ancora-




fonte:rainews


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