I Faraglioni di Capri: tutelare la bellezza

Non guardare in faccia a niente, senza avere un briciolo di cuore, solo per trarne profitto. In fondo, per chi non ha rispetto del mondo che lo circonda, cosa importa se una delle meraviglie più accattivanti e splendide del patrimonio paesaggistico campano viene danneggiata?

Che vergogna e, soprattutto, che dispiacere vedere che la ricchezza è il guadagno che devasta, e non la tutela e la difesa di ciò che, nella sua incommensurabile magnificenza, rappresenta agli occhi del mondo.

I Faraglioni di Capri, che già a guardarli da lontano catturano la nostra attenzione per essere così incantevoli nella loro monumentale bellezza, venivano sfregiati con esplosivi e martelli a percussione, provocando una desertificazione dell'ecosistema (flora e fauna) del 48% delle loro pareti sottomarine, per pescare di frodo pregiati datteri di mare venduti persino a 200 euro al chilo.

In questi giorni, un'inchiesta della procura delegata alla Guardia di Finanza ha portato a 19 misure cautelari con 6 persone in carcere, 6 ai domiciliari, 3 divieti di dimora a Napoli e 4 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria per associazione a delinquere finalizzata a reati ambientali per due organizzazioni criminali (una napoletana e l’altra stabiese-caprese) che da oltre 30 anni distruggevano l'ecosistema marino del Golfo di Napoli, accusate anche di disastro ambientale. 

Tutto questo ha provocato profonda indignazione tra cittadini, istituzioni, enti e associazioni pronte a costituirsi in giudizio contro queste organizzazioni criminali, come la Città Metropolitana di Napoli che si costituirà parte civile nel procedimento penale.

Il Sindaco Metropolitano di Napoli, Luigi de Magistris, afferma infatti che "Il danneggiamento profondo del 48% delle pareti sommerse dei Faraglioni è uno scempio che rischia di far perdere un bene paesaggistico unico al mondo, mentre il prelievo dei datteri di mare rappresenta in sé un danno biologico di altissima gravità, date le dinamiche di aggregazione coloniale della specie e la particolare funzione che essa svolge nel Mediterraneo. Per le sue peculiarità, questa specie è protetta ad altissimo livello dalla Convenzione di Berna, dal protocollo SPA/BIO, dalla Convenzione di Barcellona, dal CITES tanto che il Regolamento Europeo 1967/2006 ne vieta la cattura, il trasporto e la vendita; per tale motivo, la specie è fortemente attenzionata anche dalla Città Metropolitana nell’ambito delle nostre attività di Tutela della Biodiversità della strategia OBC (Ossigeno Bene Comune) e di quelle di Polizia ambientale del nostro Corpo Metropolitano. Si aggiunge ora l’impegno della nostra Avvocatura per garantire ai Cittadini la difesa dell'ambiente e dei diritti della Natura".

FRANCESCA CARLUCCI 
foto Capri: Francesca Carlucci