Violenze sulle donne: perché accade e cosa fare

(di Francesca Bassani)

NO ODIO, SI AMORE per tutte le donne, soprattutto coloro che non ci sono più, e non solo in relazione alla giornata mondiale contro la violenza sulle donne del 25 novembre, ma sempre. 

Impegno costante per la nostra società affinché ci sia una volta per tutte una decrescita di casi, magari con campagne di sensibilizzazione costanti che non necessariamente arrivino dai media. 

Chiunque, infatti, può dedicare una frase o un pensiero a questo triste fenomeno, in modo che anche le generazioni future possano in qualche modo aprire gli occhi. 

“Ogni volta che una donna lotta per se stessa, lotta per tutte le donne”; “Se qualcuno ti mette le mani addosso, assicurati che non metta mai più le mani addosso a nessun altro”; "C’è un momento che devi decidere: o sei la principessa che aspetta di essere salvata o sei la guerriera che si salva da sé. Io credo di aver già scelto… mi sono salvata da sola”. 

Ci sarebbero tante altre frasi emblematiche, ma è opportuno non eccedere in retorica e dal punto di vista dell’impatto emotivo. Apparentemente, condividere queste citazioni sui social potrebbe sembrare inutile, ma dal punto di vista della comunicazione occorre fare di più. Questo vale in primis per le istituzioni, ma chi si rivolge a tante persone sui social può indubbiamente dare un contributo sotto questo punto di vista. 

VIOLENZA DI GENERE: COSA INTENDIAMO PER VIOLENZA?

Forse si può pensare che la violenza contro le donne sia soltanto lo stupro consumato, ma non è così. Quello è un reato, anche molto grave, ma non è l'unica forma di violenza contro le donne: l'associazione "Noi No, uomini contro le violenze", riassume il fenomeno in tre parole: "Minacciare, Umiliare, Picchiare": "La violenza di genere non è solo l'aggressione fisica di un uomo contro una donna, ma include anche vessazioni psicologiche, ricatti economici, minacce, violenze sessuali, persecuzioni. Compiute da un uomo contro una donna in quanto donna. A volte sfocia nella sua forma più estrema, il femminicidio".

L'Eurostat in uno studio del 2017 sulla violenza sulle donne in Europa ha riportato un dato del 2015: in 215.000 reati a sfondo sessuale, il 90% delle vittime era di sesso femminile. 1 donna su 3 in tutto il mondo, secondo lo stesso studio, ha avuto esperienza di violenza fisica o psicologica, nella maggior parte dei casi per mano del proprio partner. 

TUTTO E' VIOLENZA?

Ecco che dunque bisogna ritenere violenza sessuale, o violenza di genere, qualsiasi forma di aggressione, vessazione, maltrattamento, minaccia, creazione di un clima pesante, di ricatto, di persecuzione, proveniente da un uomo e diretto ad una donna: tutti i comportamenti che non tengono conto della volontà della donna, che ha diritto a dire di sì e di no a qualsiasi idea o proposta come qualunque essere umano dotato di diritti e dignità, sono di per sé violenti. Stando ai dati, dunque, "in Italia ogni 7 minuti un uomo stupra o tenta di stuprare una donna. Ogni 3 giorni nel nostro Paese un uomo uccide una donna". 

CHI E' IL CARNEFICE?

Extracomunitari rabbiosi e un po' barbari? Ragazzi sbandati delle periferie? Malati di mente, tossicodipendenti, personaggi al limite della società? No: questi sono stereotipi sbagliati e pericolosi, e sono sbagliati e pericolosi perché impediscono di raccontare, affrontare e combattere la tragedia della violenza contro le donne. I dati dimostrano che i casi di violenza fra coppie che provengono da culture e paesi diversi dal nostro sono largamente minoritari e che "la prima causa di morte e di invalità permanente per le donne fra i 16 e i 44 anni in Occidente e nel mondo è la violenza subita da familiari o conoscenti"; "una ricerca Eures-Ansa del 2010 ha rivelato che le violenze familiari sono la prima causa di morte nel nostro paese e le donne sono le vittime nel 70,7% dei casi": per sottolineare ulteriormente, il punto è che le donne morte nel 2016 sono state uccise principalmente da mariti, fidanzati, partner ed ex partner, nella maggior parte dei casi italianissimi. 

PARTE DELLA VITA? 

Per non parlare dei tanti, piccoli episodi di violenza quotidiana: donne che non possono uscire a fare quel che gli pare perché il marito o compagno glielo impedisce, ragazze che vengono rimproverate perché si vestono come gli pare, adescamenti in discoteca. Secondo Giulia Bongiorno, avvocatessa e politica che ha fondato una delle più combattive associazioni italiane per la repressione della violenza, molte donne arrivano a convincersi che i maltrattamenti siano semplicemente parte della propria vita di coppia. 

VIOLENZA SULLE DONNE, PERCHÉ?

Frustrazione, non realizzazione personale dell'uomo, difficoltà sul lavoro o nella vita, insoddisfazione, sono solamente le motivazioni superficiali di questi eventi. Più in profondità si può trovare il mancato riconoscimento dell'identità delle donne e del fatto che esse hanno, al pari degli uomini, il diritto di realizzarsi e di decidere ciò che è meglio per loro stesse. Purtroppo ancora oggi è possibile trovare uomini che ogni tanto se ne escono con frasi come "l'uomo è fatto così" o "la donna deve lavare i piatti" o, anche se non lo dicono, ci scherzano su, salvo poi comportarsi esattamente così. Gli anni '40 sono finiti da un bel po', ragazzi e ragazze, e il fatto che nostro padre/nonno/zio/cugino/cognato/amico più grande si siano (sempre) comportati con questo fare da bulli non ci autorizza a prendere questa strada o ad accettare che il nostro compagno la prenda: è una strada che non porta lontano. 

VIOLENZA SULLE DONNE, COSA FARE?

Due parole: prevenzione, coraggio. Prevenzione: quando vediamo che con il ragazzo conosciuto a scuola, nel rapporto di coppia, nel rapporto familiare, con gli amici, in qualunque contesto, qualcosa sta iniziando a non girare per il verso giusto, bisogna immediatamente agire. Far presente che quella frase, quell'avance, quel modo di fare non rispetta né la persona né la donna che siamo ed è il primo passo per evitare brutte conseguenze: bisogna mettere dei paletti ogni volta che è possibile perché la violenza contro le donne è un fenomeno che inizia piccolo e quotidiano e va fermato proprio a questo livello. 

AMORE O ... ALTRO?

Coraggio: se si è subita una violenza, bisogna ricordarsi il monito che ha lanciato Luciana Littizzetto dal palco di Sanremo. "Un uomo che ci picchia non ci ama, o quantomeno ci ama male. Un uomo che ci picchia è uno stronzo, sempre, e dobbiamo capirlo al primo schiaffo": bisogna quindi lasciarlo immediatamente perché, come minimo, sta fuori di testa e deve riflettere sulla sua vita, su dove sta andando e su quali sono le sue priorità e chiedere scusa. Se la questione è seria bisogna subito rivolgersi ad un centro antiviolenza perché da sole non è possibile uscirne. Servono sostegno, facce amiche, aiuto anche legale, ma non è tutto qui. La violenza contro le donne è colpa degli uomini: bisogna che il ragazzo o l'uomo in questione si rendano conto di cosa hanno fatto. La colpa è anche dell’assenza di aiuto nei casi in cui la donna denuncia e non viene fatto niente oppure dell’assenza di aiuto psichiatrico all’uomo violento.