Focus sulla siccità nel rapporto annuale Istat - presentato alle Camere venerdì 8 luglio dal presidente Gian Carlo Blangiardo - che mostra una perdita di quasi il 70% di afflusso d'acqua del lago Maggiore, il secondo lago d'Italia, e del 50% del lago di Como, fenomeni iniziati nel 2021.
Le crisi idriche e le difficoltà nell'approvvigionamento di acqua sono l'insieme di cause non tutte imputabili ai cambiamenti climatici.
Tra i fattori di debolezza strutturale del sistema idrico italiano ci sono la distribuzione non uniforme dell'acqua, infrastrutture non adeguate, carenza di interconnessioni, eccessiva dipendenza da risorse idriche superficiali, perdite elevate dalla rete, alta frammentazione gestionale, carenza di impianti di depurazione e sprechi. Fattori che giocano un ruolo significativo nel definire un quadro complessivo di significativa criticità .
Sull'approvvigionamento idropotabile l'accento sulle perdite delle reti di distribuzione, dove a pesare sono soprattutto le carenze e le criticità delle infrastrutture idriche, con impianti ormai datati. Ci sono poi errori di misura dei contatori, senza dimenticare il fenomeno ricorrente degli allacci abusivi, ormai stimati nel 3% delle perdite.
A pagare il prezzo più alto alla siccità è l'Italia nord-occidentale, in particolare il bacino idrografico del Po (stato di emergenza per Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Veneto, Piemonte). Tutte le stazioni di misura del bacino del Po hanno segnalato nel mese di maggio 2022 una severa siccità , con portate ampiamente al di sotto delle medie di periodo.
La siccità è sempre più frequente e preoccupante perché sta diventando progressivamente più intensa, prolungata, ricorrente e diffusa. Negli ultimi 10 anni si contano tre eventi siccitosi maggiori, comprendendo anche quello attuale, particolarmente incisivo nell'area nord-occidentale, mentre dal secondo dopoguerra alla fine degli anni ottanta non ve ne è stato nessuno.
Il problema delle criticità idriche resta legato anche all'elevata vulnerabilità dei sistemi di approvvigionamento idrico, dei processi produttivi e dei modelli di consumo, oltre che dalla capacità di implementare adeguate misure di mitigazione.
A soffrire maggiormente la siccità è il settore agricolo come maggiore utilizzatore di risorse idriche, poi gli usi civili e il settore industriale manifatturiero.
Fonte: ISTAT
