Babbo Natale a Mosul

 

Ci sono luoghi nel mondo dove il tetto è il cielo e la casa sono macerie che gelano il cuore solo al guardarle, come le anime che ci vivono, e sopravvivono: sono i luoghi della guerra. A Mosul, in Iraq, quest'anno Shaimaa al-Abbassi ha portato un po' di gioia natalizia vestendosi da Babbo Natale, girando in bicicletta per le strade martoriate alla ricerca di bambini per donare doni, giocando, cantando e ballando insieme a loro. La giovane attivista curda, che ha conosciuto sin da piccola cosa significhi la paura, l'oppressione e la sofferenza e che spera di tornare a concludere gli studi interrotti a causa della guerra, ha provato a trasmettere quell'umanità perduta, avvicinandosi con un sorriso ricco di calore. Infatti, il suo obiettivo è stato quello di coprire il suono del pianto con le risate, sollevando il morale a chi ha visto e patito tanto dolore, e ne subisce ancora nell'anima gli effetti devastanti che mai sopiranno, ma ha anche informato con garbo e dolcezza i bambini sulla pandemia consegnando mascherine. Grazie a lei e agli altri volontari che hanno poi seguito il suo esempio i bambini si sono sentiti rincuorati e amati, oltre che considerati, perché più del gesto del regalo in sé hanno avvertito quel calore della vicinanza e della normalità di cui hanno infinitamente bisogno per sperare ancora.
FRANCESCA CARLUCCI 
foto: Reuters